Economia

Blitz su Antonveneta Abn sale al 24,7% Bpl studia l’affondo

Massimo Restelli

da Milano

Abn Amro raccoglie i primi frutti del rilancio su Antonveneta. Poche ore dopo la decisione di Bipielle di scagliarsi contro il ritorno in sella del vecchio vertice, Amsterdam ha messo le mani su un ulteriore 4% della banca padovana stringendo la presa fino al 24,7 per cento. Un attacco frontale a Gianpiero Fiorani che prosegue le simulazioni con gli advisor per studiare l’eventuale rilancio su Padova così da rispettare il carattere «migliorativo» della propria offerta volontaria.
Il quadro non è definito e molto dipenderà dai margini dell’aumento di capitale già approvato dall’assemblea ma Bipielle potrebbe ritoccare la propria Ops a 27 euro, allineandosi ai valori segnati ieri da Antonveneta (più 2,96%) in Piazza Affari.
Visti i tempi regolamentari, Fiorani potrebbe convocare il Cda già oggi o domani mattina, dopo un ulteriore faccia a faccia con gli alleati. La soluzione sarebbe rivedere i concambi dell’Ops (composta da contanti e azioni) o di aumentarne il gettone in contanti. A Lodi, infatti, già dispongono di una linea di credito da 7 miliardi.
Il braccio di ferro è propedeutico all’assemblea che il 25 luglio (27 in seconda) sarà chiamata a scegliere il nuovo vertice della banca. La tempistica è stata decisa ieri dal vecchio Cda di Antonveneta, dominato dalla squadra di Abn guidata da Francesco Spinelli, che si è reinsediato in prorogatio dopo l’azione di concerto contestata dalla Consob al consiglio targato Bipielle. Malgrado sia stato per ora risparmiato Tommaso Cartone, che resta presidente e si è spinto a giudicare serena la riunione ironizzando sull’intercessione di Sant’Antonio (il patrono della città di cui ieri ricorreva la festività), il confronto sarebbe stato serrato.
Senza contare l’affondo di Lodi che ha presentato al Tribunale un reclamo e un «ricorso in prevenzione» contro l’avvicendamento al vertice evidenziando l’«illegittimità» del vecchio board. Di cui, quindi, i legali di Fiorani si preparano a contestare le decisioni.
Ma a catturare l’attenzione è stato soprattutto il raid di Amsterdam sul capitale di Antonveneta. L’operazione era suddivisa in più pacchetti, alcuni dei quali passati di mano a 26,25 e 26,35 euro (26,33 il prezzo medio) rispetto a un minimo di seduta pari a 26,49 euro segnato in Piazza Affari alle 9.10 del mattino. Un paradosso davanti al quale è difficile credere che gli acquisti di Abn, il cui rilancio dell’Opa è stato ufficializzato venerdì notte, siano stati effettuati solo ieri sul mercato. Aperta anche la caccia all’identikit del venditore, che alcuni osservatori si spingono a identificare con la società di consulenza Deminor. Se l’indiscrezione fosse confermata Amsterdam avrebbe chiuso il triangolo con alcuni fondi hedge inglesi. In alternativa, a cedere potrebbe essere stato qualche imprenditore veneto, corteggiato nella campagna «localistica» del presidente Rijkman Groenink.
Più compatto appare, invece, il fronte raccolto attorno a Lodi che, soprattutto per quanto riguarda il patto di sindacato (impegnatosi per iscritto a non consegnare le azioni all’Opa), ha inviato segnali di freddezza ad Amsterdam.

Il cui direttore finanziario, Tom de Swaan, ha detto di ritenere definitivo il rilancio sottolineando che il gruppo si tiene una via di uscita.

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