Blitz sui terreni di Cascina Merlata e contro Israele

In attesa del corteo anti-Israele di oggi, l’area antagonista ha messo a segno un altro paio di colpi a effetto: l’altra sera alcune decine di giovani hanno occupato Cascina Merlata, un’area destinata all’Expo mentre ieri attivisti filo-palestinesi, hanno consegnato frutta marcia e acqua sporca a un’azienda israeliana che esporta prodotti agricoli e florovivaistici.
Si avvicina dunque il momento della grande manifestazione della sinistra radicale che oggi alle 15 partirà da Cairoli per protestare contro il governo di Tel Aviv e la grande kermesse in Duomo «Israele che non ti aspetti». Manifestazione subito osteggiata dall’area antagonista, tanto che si pensò al suo trasferimento all’interno di un più «difendibile» castello Sforzesco per timore di attentati e assalti. Alla fine ridotti a poche e sporadiche presenze, facilmente contenute dalle forze dell’ordine, che comunque fin dal 13 hanno mantenuto un forte presidio attorno allo stand espositivo. Questo pomeriggio dunque il corteo, a cui parteciperanno dalle 500 alle 1.000 persone, dagli esiti assolutamente imprevedibili: dipenderà dal numero dei partecipanti e dalla loro provenienza. In ogni caso, si temono momenti di tensione, tra imbrattamenti e bandiere bruciate.
E come «antipasto», ieri alle 14.30 una decina di attivisti dell’estrema sinistra è entrata negli uffici della Agrexco di via Camillo Hajech 10, travestiti da corrieri. Quindi hanno lasciato un cesto di frutta marcia con un biglietto «Il marcio dell’apartheid israeliano per la frutta marcia», e due bottiglie di acqua sporca con l’etichetta «Acqua della valle del Giordano». L’Agrexco, fondata nel 1956, è infatti il principale esportatore di prodotti agricoli israeliani, commercializza il 70 per cento di frutta, verdura, fiori e erbe aromatiche pari a oltre 400mila tonnellate di merce con un giro d’affari di circa 650 milioni di dollari. Prodotti che provengono da Israele ma anche dalle contestate colonie costruite in territorio Palestinese.
Come detto giovedì sera invece un gruppo di attivisti anti-Expo, sempre provenienti dall’arcipelago radicale milanese, hanno invaso i terreni attorno alla Cascina Merlata, a metà di via Gallarate, una delle aree interessate ai progetti della grande Esposizione universale del 2015. Diverse decine di giovani hanno occupato i terreni agricoli e piantato tende, ribattezzando l’area «No Expo camp» e invitando via Internet i «compagni» a unirsi portando «Tenda e tutto il necessario per campeggiare, Bicchiere/tazza, posate e un piatto, Pile, Acqua». Provengono da diversi centri sociali, come Torchiera e Corsari, ma soprattutto dalla Fornace di Rho, una delle realtà antagoniste maggiormente impegnate sul fronte Expo. Gli occupanti hanno subito annunciato tre giorni di «Concerti, dibattiti e performance culturali che hanno come oggetto le problematiche legate all’esposizione universale» che si concluderanno domenica 19.

Visto che il terreno non dovrebbe servire immediatamente, non dovrebbero esserci imminenti interventi delle forze dell’ordine. Anche perché ormai l’estate è alle porte e in molti sospenderanno presto la lotta per andare in vacanza.

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