«Bmw è leader nel premium», Torino avvisata

A Monaco di Baviera, nel board di Bmw, c'è un giovane manager (42 anni) che, sostengono in molti, ha tutte le carte in regola per fare strada. Harald Krüger, dopo essersi occupato di risorse umane, si è visto assegnare la responsabilità di ben due marchi (Mini e Rolls-Royce) e una divisione (Bmw Motorrad).
Una sfida nella sfida, dunque, che passa dalle due ruote (proprio in questi giorni debutta in Italia la nuova F 800 Gt) e, per quanto riguarda l'auto, attraverso il magico mondo Mini e l'esclusivo pianeta della Vittoria alata.
Partiamo da Mini, Herr Krüger. Negli Stati Uniti la Fiat 500 vi dà filo da torcere. Come stanno le cose?
«La verità è che nel 2012 siamo stati leader di quel mercato, sopravanzando Fiat 500 con 25mila unità».
Intanto il gruppo Fiat lancia la sfida ai produttori «premium», quindi anche a voi,puntando su Alfa e Maserati.
«Giudico la competizione sempre positiva. Per Alfa Romeo negli Stati Uniti la discussione è ancora aperta. Noi primeggiamo con tutti i nostri marchi. Ci piacciono i confronti, e da parte nostra abbiamo sempre dimostrato di essere i numeri uno».
Strano abbinamento quello di Bmw Motorrad, Mini e Rolls-Royce.
«Aggiunga anche il post vendita di Bmw. Dirigere i due marchi inglesi rappresenta un'esperienza interessante. Ognuno ha una propria grande storia; mi sto divertendo».
Bella sfida quella che si profila tra Bmw e Ducati, ora di proprietà Audi.
«È vero, ma anche in questo caso noi siamo leader. L'arrivo di Audi nelle due ruote dimostra come, per un costruttore “premium”, sia importante esserci».
Sembrava che anche Bmw si fosse inserita nella corsa a Ducati.
«Abbiamo un grande brand di successo, Bmw Motorrad, che fa 90 anni. Per il nostro gruppo la moto rappresenta il business dipiù lunga data».
Per Rolls-Royce bilancio positivo, nonostante il listino di questi modelli sia inavvicinabile per i comuni mortali.
«I clienti che acquistano una Rolls-Royce non hanno alternative. E anche in questo caso, ovvero i listini oltre quota 300mila euro, siamo i leader».
Peccato che in Italia, tra fiscalità e demonizzazione del lusso, il mercato sia fermo.
«Mi dicono, dall'Italia, che molti automobilisti si presentano nelle nostre concessionarie chiedendo di acquistare una Mini Countryman, super accessoriata, e lasciando in permuta, per esempio, un Porsche Cayenne».
Intanto, nel 2012, Bmw ha vinto la sfida infinita con Audi e Mercedes-Benz.
«Il nostro è un successo che va spalmato su tutti i tre marchi».
In Europa il nodo da sciogliere è quello dell'eccesso di capacità produttiva.
«È un problema che non ci toccherà mai.

I nostri impianti sono molto flessibili ed è possibile variare senza problemi la produzione, in base alla domanda del mercato. Per noi è un importante vantaggio competitivo».
Che cosa nasconde nel cassetto Mini?
«Dico solo che possiamo arrivare fino a 10 modelli. E che vogliamo crescere in Cina e Corea».

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