Gian Battista Bozzo
da Roma
Quellincontro del 12 aprile 2005, a Palazzo Koch, fra i vertici delle Assicurazioni Generali e il governatore Antonio Fazio può configurare unindebita pressione del numero uno di Bankitalia su Antoine Bernheim e Giovanni Perissinotto riguardo il futuro della Bnl?
Intorno a questa domanda ruoterebbe lipotesi della magistratura romana - rivelata ieri dal Sole-24 ore - di nuove accuse nei confronti di Fazio, già indagato per abuso dufficio nel caso Antonveneta-Bpi. Il tutto nasce dalla deposizione dello stesso Bernheim sugli incontri conviviali con i vertici dei Democratici di sinistra: ai pm romani, il presidente delle Generali avrebbe infatti raccontato daver visto il governatore di Bankitalia a palazzo Koch il 12 aprile, per parlare del futuro della Banca nazionale del lavoro, di cui le Generali sono importante azionista con l8,7% del capitale. A quellepoca, la sola offerta in campo era quella degli spagnoli del Banco di Bilbao.
E dunque Fazio, si chiedono i pubblici ministeri romani, aveva o no il titolo per convocare il presidente e lamministratore delegato delle Generali per parlare del futuro di Bnl? Si parlò di una possibile contro-offerta da parte di un cavaliere bianco (o rosso, visto che si trattava di Unipol) italiano? Sui vertici della compagnia assicurativa triestina ci furono pressioni di qualche genere da parte del governatore? Fazio, in sostanza, dette limpressione di non essere arbitro, ma parte in causa?
Dare una risposta a queste domande sarà compito dei pubblici ministeri. Il 12 aprile del 2005 la contro-offerta di Unipol non era stata ancora resa nota. E il 13 aprile, ventiquattro ore dopo lincontro di palazzo Koch, Fazio dette comunque via libera allofferta pubblica di scambio (una azione del Bilbao per ogni cinque di Bnl) da parte del gruppo bancario spagnolo. Mentre lofferta di Unipol arrivò ufficialmente soltanto a metà luglio, oltre tre mesi dopo lincontro di Palazzo Koch.
Fonti giudiziarie affermano che, in realtà, dalla testimonianza di Bernheim non è immediato ricavare la sensazione di «pressioni» di Bankitalia sulle Generali. Nessuno avrebbe parlato né di pressioni né di moral suasion da parte del governatore. La stessa risposta che sarebbe stata fornita da Bernheim e Perissinotto a Fazio (ci regoleremo secondo logiche di mercato, e non sulla base della difesa dellitalianità della Bnl) appare assolutamente scontata, soprattutto da parte dei vertici di una società quotata e di così grande rilevanza. E del resto, quali pressioni avrebbe potuto esercitare il governatore?
Ora i pm Perla Lori, Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli dovranno decidere se sentire ancora Fazio, come persona informata dei fatti; e successivamente se inserire il governatore nel registro degli indagati del caso Unipol. Di tutto questo al difensore di Fazio, lavvocato Franco Coppi, tuttavia «non risulta niente». Bisognerà dunque attendere le mosse dei magistrati.
Lindagine giudiziaria su Fazio sortisce ancora effetti allinterno di via Nazionale, dopo le dimissioni del governatore. Ad esempio, il Consiglio superiore della Banca dItalia, che si riunirà giovedì 26, non affronterà la questione della concessione a Fazio della titolo di «governatore onorario». I tempi non sembrano ancora adatti a discutere di questo argomento. I sindacati interni della banca centrale hanno sollevato critiche sul fatto che allex governatore sia stato riservato uno studio in via Nazionale (anche se non a palazzo Koch) oltre che la scorta e il pagamento degli oneri di difesa. Questultimo beneficio, peraltro, è prassi diffusissima ovunque.
Il Consiglio dovrebbe incominciare a discutere delladattamento dello Statuto della banca centrale alla nuova legge sul risparmio, approvata dal Parlamento alla vigilia di Natale. La discussione dovrebbe essere soltanto preliminare. Per i tredici consiglieri superiori, la riunione rappresenterà soprattutto loccasione per il primo incontro ufficiale con il neo governatore Mario Draghi.
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