Nostro inviato a Yokohama
Passa il Boca Juniors, secondo pronostico. Ma non certo in carrozza, nonostante il ridotto spessore dei rivali. Lo dimostrano il risultato striminzito (1 a 0, gol di Cardozo) e laffanno tradito dagli argentini nel tenere al guinzaglio i tunisini dellEtoile lungo i tornanti della seconda frazione, in dieci per mezzora dopo lespulsione di Vargas, squalificato, e perciò inutilizzabile per la finale di domenica. È il solito Boca: non ruba mai locchio ma è un avversario tignoso, difficile da mettere sotto, dotato di gran temperamento. Quasi come quello di quattro anni prima, dotato nelloccasione di qualche bel nome, Abbondanzieri in porta, Burdisso in difesa, Tevez in attacco. Il Milan lo prese di petto, gli fece gol (con Tomasson), pensò di averlo ridotto in schiavitù e invece si fece rimontare, sbattè contro il palo con Kakà e poi fino ai rigori non trovò più il bandolo del gioco. È il limite e la forza del Boca: mai darlo per morto, sconfitto.
Il giovane Banega è il volante del quale decantano le virtù: il suo inizio è balbettante, come un vero deb, poi si scioglie e si fa più avanti, come posizione, per dettare qualche buona apertura di gioco. Diciamolo subito: non vale quelle cifre sparate sui giornali sportivi italiani. Martin Palermo, orecchino che luccica al lobo destro, è lattaccante stagionato, fa la boa in attacco, pronto alla sponda per chiunque arrivi da dietro: gli fa compagnia Palacio che è forse la presenza più interessante della squadra fondata dai genovesi e che conserva Maradona tra le sue icone storiche.
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