Bocciato al liceo, studente tenta il suicidio

Patricia Tagliaferri

Ai genitori aveva detto di essere stato promosso e con loro aveva festeggiato. La realtà, però, era diversa. E il peso di quella bugia ha retto soltanto una giornata. Poi, ieri mattina, la delusione ha avuto il sopravvento e F.F., 17 anni, studente del secondo anno del liceo scientifico Edoardo Amaldi di Tor Bellamonaca, si è buttato da un balcone al secondo piano dell’appartamento dove abita con i genitori e i fratelli. La terrazza del vicino, al piano terra, ha attutito il colpo e il ragazzo si è salvato. Forse anche perché, per un ultimo sussulto di sopravvivenza, ha messo le mani avanti. Entrambe i polsi, difatti, si sono rotti, così come un braccio, alcune vertebre e costole, che hanno perforato un polmone. È vigile, non ha mai perso conoscenza, e non vede l’ora di tornare a giocare a pallacanestro. Ma i medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
Ad assisterlo, nel reparto di chirurgia d’urgenza del Policlinico di Tor Vergata, ci sono mamma Rosaria e papà Mauro, dirigente della Camera dei Deputati. A loro F.F. ha detto di aver avuto un giramento di testa e di essere caduto. Ma la verità, forse, va cercata altrove. Anche se il papà invita alla cautela («potrebbe essere stato un incidente, lui continua a ripeterci che ha avuto un malore») la verità potrebbe essere scritta nei giudizi dei professori, in un anno andato avanti tra qualche difficoltà, ma che alla fine sembrava, a dir del ragazzo, aver preso una strada diversa. I genitori, infatti, ripetono di essere stati a conoscenza dei problemi del figlio, ma che nell’ultimo periodo lui stesso diceva di aver avuto voti positivi. «Lo abbiamo seguito tutto l’anno - racconta Mauro F. - ora vorrei parlare con gli insegnanti e cercare di capire bene come sono andate le cose. Sicuramente aveva qualche difficoltà, ma non ci aspettavano questo. Nel corso dell’anno abbiamo parlato con i docenti anche se, a volte, visto che sia io che mia moglie lavoriamo, è complicato andare a parlare con i professori».
Domenica sera F.F. era uscito con la famiglia per festeggiare. «Mio figlio - racconta ancora Mauro F. - ci aveva detto di aver telefonato ad un amico, il quale gli aveva riferito della sua promozione. Stamattina (ieri, ndr) saremmo dovuti uscire insieme per accompagnarlo a vedere i quadri». Non hanno fatto in tempo. Il giovane, mentre i genitori erano in casa, in via di Torre Gaia 17, a Giardinetti, si è buttato dal balcone del bagno. I quadri erano usciti sabato e lui probabilmente già sapeva di non essere stato ammesso. «Ha camuffato bene - dice il papà - dentro di sé ha avuto la forza di nascondere tutto questo. Fino a ieri sera era tranquillo, ha telefonato ai nonni e agli amici per dire che era stato promosso e la sera siamo andati a cena fuori». Anche la mamma non si dà pace: «Mio figlio si è portato il peso della sua bocciatura da solo, io non ho ricevuto nessuna comunicazione dalla scuola». La direzione didattica, invece, aveva inviato ai genitori del liceale una lettera per comunicare la bocciatura.

Ma la missiva, protocollata il 15 giugno, non è mai arrivata. Forse per un ritardo, forse perché è stata tenuta nascosta. Ora i professori sono preoccupati, ognuno cerca di trovare una spiegazione. «È terribile, è impossibile», ripetono.

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