Antonella Aldrighetti
Tutto in famiglia. È una tiritera che non lascia in pace la casa di vetro guidata da Piero Marrazzo perché di settimana in settimana emergono curiosi, quanto anomali, legami di stretta parentela tra chi dirige un qualsivoglia ufficio, dipartimento o segreteria e i propri sottoposti: consulenti, collaboratori e fiduciari. Già perché sarebbe proprio la fiducia a muovere, fino ad annodare, il filo della familiarità. E questa volta il filo sè andato a stringere attorno allassessorato regionale allAmbiente. Il caso infatti ha voluto che si andasse a incappare nel legame tra lassessore Angelo Bonelli e il di lui sottoposto-segretario Paolo Stellino che però, nella vita privata, risulta essere il cognato. Il signor Stellino, infatti, altri non è che il marito della signora Silvia Bonelli, sorella dellassessore. Che cosa non si fa per i propri congiunti? Intanto si può avanzare lipotesi che siamo dinanzi a una regione prossima alla «conduzione familiare» e di gestione tuttaltro che trasparente malgrado le promesse pre-elettorali, ora dimenticate, dellex televolto di RaiTre (il Giornale ne ha già ampiamente parlato a partire da settembre scorso senza destare però alcuna sorpresa o reazione tra gli amministratori di sinistra). Però è certo che fino a oggi chi si è preso la briga di segnalare un parente e promuoverne lingaggio presso questo o quellaltro ufficio, ha preferito limitarsi a una sola unità lavorativa. Lassessore verde, la cui fama di puntiglioso censore è nota a molti - così come non è certo sconosciuta la sua pervicacia nel continuare a puntare lindice contro lex giunta di centrodestra - ha voluto fare meglio e quindi di più. Non solo al cognato ha riconosciuto un incarico di pregiato valore economico e professionale ma anche alla giovane nipote Martina. Figlia appunto della coppia Stellino-Bonelli.
La ventiduenne Martina ha ricevuto un contratto part time (categoria C1) con una paghetta di 8.261 euro che, per una studentessa universitaria, non è poco contando che aiuta con quei soldini a tirar su il bilancio familiare. Cè solo da precisare che i soldi elargiti a padre e figlia sono risorse dellerario. Punto che ci fa tornare senza troppi voli pindarici alla questione morale e accennare ancora a contratti sottoscritti per questioni di fiducia. Per ricordare qualche frase già detta da chi, prima di Bonelli, aveva varcato la soglia della «promozione familiare» non si può sorvolare né dimenticare però che presso la regione Calabria per un caso analogo lassessore al Lavoro, dopo aver ammesso di aver assunto la moglie come capo struttura, ha consegnato le proprie dimissioni. E vero che lassessore del Prc Masella (questo il nome del dimissionario) aveva avuto un colloquio chiarificatore con Loiero ma, a questo punto, è lecito chiedersi se per il caso-Lazio Marrazzo intenderà avere un colloquio, altrettanto trasparente, con Bonelli. E se lo stesso Bonelli faccia per una volta almeno il «censore di se stesso».
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