Bonino: «Non lascerò la politica fuori dalla giunta»

Bonino: «Non lascerò la politica fuori dalla giunta»

Bravo, meritevole e capace. Questo l’identikit del perfetto assessore regionale secondo Emma Bonino. Ieri l’esponente radicale era alla Feltrinelli della Galleria Sordi per presentare, insieme con il direttore dell’Unità Conchita De Gregorio, il libro Alfabeto Bonino (Bompiani) scritto a quattro mani con Cristina Sivieri Tagliabue. Quando la vita, la carriera e l’impegno politico vengono declinate in ordine alfabetico, ci si può divertire a saltare luoghi ed epoche molto distanti per capire meglio il personaggio Bonino. Il risultato, comunque, è uno solo: la passione costante nell’impegno politico al servizio degli altri. Un pregio che le è stato riconosciuto anche dagli avversari.
Chi è incerto sul voto può anche leggere questa preziosa testimonianza. Più utile, però, vedere come si muove il candidato del centro-sinistra nel percorso minato della campagna elettorale. Provate a chiedere, per esempio, a una «dura e pura» come la Bonino lumi sulla potenziale giunta. La sua risposta è illuminante perché sgombra il campo da quegli integralismi che alcuni nella sua coalizione (Federazione di sinistra e Italia dei valori) vorrebbero tenere alti come vessilli. «La giunta? Ci ho pensato - spiega la Bonino rispondendo a una domanda del pubblico della libreria -. Nella scelta degli assessori mi ispirerò a criteri di trasparenza, onestà e meritocrazia».
«Certo - aggiunge con il ghigno dell’animale politico - non essendo Alice che vive nella Nuova Zelanda, so ce ci saranno altri elementi da tenere in considerazione. Non sono Attila». Niente terra bruciata intorno ai «partitocratici», quindi. Perché - come spiega lei stessa - «anche all’interno della coalizione ci sono persone brave, meritevoli e capace». E giù applausi convinti. Tra i più appassionati, oltre a Bersani, c’è adesso Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, e uomo forte del Pd nella capitale. Lei ha appena detto che la politica non verrà lasciata fuori dalla porta della giunta e lui plaude al suo «forte riformismo» e alla sua «capacità innovativa».

Solo apparentemente sono fischi per fiaschi. Chi ha adattato l’orecchio ai sussurri del Palazzo sa bene che la sintonia tra i due è frutto di un’alleanza, che si concretizza solo quando vengono gli interessi di entrambi vengono rispettati.

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