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Borse in volo, gli stress test ora non fanno più paura

Da elemento paralizzante, gli stress test sono diventati ieri per i mercati finanziari autentica benzina da gettare sul fuoco del rialzo e scatenare la caccia ai titoli bancari. Mancano ancora due settimane all’appuntamento del 23 luglio (data confermata dal Cancelliere tedesco, Angela Merkel), quando saranno pubblicati i risultati delle prove sotto sforzo che coinvolgono 91 istituti di credito europei e coprono, come annunciato dal Cebs (il comitato delle autorità di vigilanza europee), il 65% dell’intero comparto. Ma le Borse sembrano ora convinte che gli esami non riserveranno sorprese sgradite dal punto di vista della tenuta patrimoniale. Gli indici del Vecchio continente hanno chiuso con un guadagno medio dell’1,36% (Stxe600), valore nettamente inferiore al +3,4% di Piazza Affari, dove il peso dei bancari sulla capitalizzazione (il 30%) si è fatto sentire. A guidare il drappello una super Intesa Sanpaolo (+7,81%), il cui numero uno, Corrado Passera, ha definito «una buona idea» la pubblicazione degli stress test. La Ca’ de Sass figura nella lista delle italiane sotto esame, così come Unicredit (+6,11%), Banco Popolare (+6%), Ubi Banca (+5,7%) e Mps (+5,1%). Bene anche Wall Street (+2% Dow Jones e Nasdaq a un’ora dalla chiusura).
Di sicuro, con il passare dei giorni si precisa meglio il quadro relativo agli stress test. Josè-Manuel Paramo, l’esperto di banche della Bce, ha bollato ieri come «assurda» l’ipotesi di inserire nei test la bancarotta di uno Stato di Eurolandia. «L’Eurozona non può consentire dei default», ha spiegato. La volontà di tenere fuori dalle simulazioni un parametro pesante come un’eventuale bancarotta sovrana rende meno complicata la “promozione“ delle banche. Inoltre, le condizioni dell’esame potrebbero essere meno severe rispetto al previsto. Alcune indiscrezioni indicavano ieri come possibile uno scenario in cui è prevista una perdita del 17% dei titoli greci e del 3% di quelli spagnoli. Valori giudicati eccessivamente morbidi da alcuni analisti, secondo i quali il taglio dovrebbe essere almeno del 20% per i bond ellenici e del 7% per quelli iberici.
Di banche si parlerà inevitabilmente oggi nella conferenza stampa del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet.

Altri argomenti caldi, la risalita dei tassi Euribor, ai massimi da 10 mesi dopo il ritiro della liquidità in eccesso con il rimborso all’Eurotower del prestito da 442 miliardi, e la decisione presa ieri a Strasburgo di mettere un tetto del 30%, dal 2011, ai bonus in denaro dei banchieri. Inoltre, almeno il 50% del totale del bonus dovrà essere pagato con azioni.

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