Massimo Restelli
da Milano
È un clima allapparenza di «operosa attesa» quello che si respira nel quartier generale di Banca Popolare Italiana che prosegue la ricerca di una formula per sbrogliare la «matassa» Antonveneta. Dopo la prima verifica effettuata dal Cda mercoledì sera il board tornerà a riunirsi oggi probabilmente nellintento di mettere a punto i chiarimenti richiesti da Bankitalia.
Malgrado Banca Intesa, un gruppo estero e forse Popolare Verona-Novara sarebbero pronte a subentrare a Bpi, la vicenda Antonveneta è infatti nelle mani delle Authority. Giorgio Olmo, salito alla guida della popolare dopo la sospensione di Gianpiero Fiorani, potrebbe mostrare già oggi (o comunque entro lunedì) a via Nazionale i documenti sulla solidità patrimoniale del gruppo.Nelle casse di Bpi ci sono 3 miliardi, cui si aggiungeranno altri 650 milioni entro la metà del mese, come conseguenza del rafforzamento patrimoniale a servizio dellOpa su Antonveneta. Numeri che rendono improbabile la strada del commissariamento per il gruppo che ha visto però precipitare le possibilità di vincere il braccio di ferro con Abn Amro per il controllo dellistituto padovano. Oltre a dimostrare che il disallineamento contabile è stato temporaneo, Bpi sembra infatti chiamata a chiarire sia la cessione delle quote di minoranza sia un vecchio accordo con Deutsche Bank (in gergo una put). Altro ostacolo è poi rappresentato dalle audizioni in Consob in agenda la prossima settimana e dalla battaglia legale cui potrebbe continuare a fare ricorso Abn.
Sia nel caso di Palazzo Koch sia in quello dellAuthority di Lamberto Cardia, in gioco cè lo sblocco della doppia offerta (lOpa obbligatoria da 24,47 euro e lOps volontaria da 27,5 euro) costruita da Fiorani per integrare Bpi con Antonveneta. Limpasse proseguirà probabilmente per qualche settimana e i legali di Lodi stanno già preparando la strategia difensiva per settembre, ma alla fine Bpi potrebbe essere indotta ad alienare il 40% di Padova magari attraverso unasta. Nel frattempo si infittiscono i segnali inviati sottotraccia da Abn: il gruppo olandese grande azionista di Capitalia (interessata a crescere nel Nord Est) sarebbe infatti pronto a riconoscere una «buonuscita» a Bpi. Diverse le ipotesi che potrebbero vedere Abn mantenere lofferta da 26,5 euro per ogni azione Antonveneta o rinunciare a Interbanca e a un centinaio di sportelli. Troppo poco secondo Bpi (inizialmente si parlava di dividere in parti uguali il migliaio di agenzie Antonveneta) che incasserebbe una plusvalenza di 100 milioni da cui dedurre però il costo della battaglia legale.
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