Bpm-Bper, dipendenti in tensione

Oggi summit degli «Amici della PopMilano». Leoni invita Mazzotta a Modena. I cinque no alla fusione

da Milano

Entro fine anno Popolare Milano e Popolare Emilia Romagna saranno una cosa sola con l’obiettivo di centrare nel 2010 profitti per oltre 1,1 miliardi ma in Piazza Meda non conosce sosta la resa dei conti sulla governance. In pratica, gli equilibri di potere al vertice della nuova superpopolare che questo pomeriggio torneranno all’attenzione del direttivo dell’«Associazione Amici della Bipiemme». L’organismo, attraverso cui i sindacati interni mantengono la presa sulla banca, che già domenica aveva seguito «in parallelo» i lavori del consiglio di amministrazione in una maratona di cinque ore.
Tensioni che ieri, uniti ai dubbi su un concambio considerato oneroso per Milano, si sono tradotte in una seduta difficile in Piazza Affari. Dove Bpm ha chiuso a 11,9 euro lasciando sul terreno il 7,42% che si riduce però al 4,9% al netto dello stacco del dividendo (35 centesimi) mentre Bper ha perso lo 0,43% a 20,81 euro.
Malgrado gli analisti non manchino di sottolineare la valenza industriale della fusione (290 milioni le sinergie attese) a pesare è infatti la spaccatura trasversale ai sindacati emersa durante i lavori del board nel fine settimana. Cinque i consiglieri che hanno negato il proprio assenso alle nozze con Modena, di cui tre in quota Fabi, uno della Fiba e uno della Fisac cui si sono aggiunti alcuni astenuti. La «criticità» principale resta ottenere «garanzie» sulle rieleggibilità degli attuali consiglieri di Bpm: venti i posti a disposizione, di cui dieci in quota Milano. Ulteriormente suddivisi tra sette come punto di riferimento del mondo sindacale e tre indipendenti. Tra cui Mazzotta, presidente in pectore del nuovo aggregato accanto all’amministratore delegato Guido Leoni. Difficile tuttavia che il percorso della fusione possa essere deviato, al contrario un ulteriore segnale di coesione tra i due vertici potrebbe avere luogo già sabato, quando Leoni ha invitato Mazzotta a Modena per partecipare nella veste di «ospite» all’assemblea dei soci di Popolare Emilia.
La struttura dell’accordo prevede una unica holding cooperativa quotata sotto cui troveranno posto le due banche reti preventivamente trasformate in spa. Il tutto tramite un concambio di 1,76 azioni azioni della holding per ogni azione emiliana mentre l’incastro con Bpm sarà alla pari. L’ultima parola spetterà alle assemblee dei soci in calendario entro fine ottobre.

Una volta a regime nel 2010 le sinergie ante imposte saranno pari a 290 milioni (di cui il 57% da risparmi di costi e il 43% legati a maggiori ricavi) a fronte di costi una tantum di 230 milioni. Prospettive che in serata hanno convinto Standard&Poor’s a rivedere al rialzo la pagella di Bpm.

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