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Briatore: «Abbiamo eliminato Schumacher»

«Il nostro avversario è la McLaren. E da domenica come il Trap: catenaccio»

Benny Casadei Lucchi

nostro inviato a Magny Cours

Di solito, la Ferrari è un macigno per tutti. Di solito. Ma dopo l’avvio stentato in campionato, da macigno si è trasformata in un fastidioso sassolino finito nelle scarpe molto glamour del signor Flavio Briatore. Un sassolino che ha accompagnato il correre della Renault, di Alonso, del manager piemontese per metà stagione. Loro vincevano, ma il fastidioso sassolino restava nella scarpa, come a dirgli «attenti che la Ferrari c’è, attenti che per il mondiale è ancora in corsa». Ieri, proprio mentre tutti pensavano che il sassolino sarebbe di nuovo tornato macigno, l’uomo dei Billionaire, delle Naomi e di tutto quanto fa paparazzo e odora di successo, è finalmente riuscito, con movimento secco ma elegante, a toglierselo - è proprio il caso di dirlo - dai piedi. Almeno, ne è convinto.
Per questo, un attimo dopo il trionfo, sesta vittoria dell’anno per la Renault, quinto successo 2005 del fenomeno asturiano, il primo pensiero di Briatore è andato alla Rossa: «E con questo possiamo mettere finalmente la parola fine al discorso di Schumacher e della Ferrari in lotta per il mondiale. Adesso ci concentreremo su un solo avversario, la McLaren».
Quindi, il secondo pensiero, stavolta dedicato alla Michelin tartassata e umiliata dopo i fatti di Indianapolis: «È una vittoria nostra e loro, una vittoria importantissima dopo tutto quanto successo in America, anche perché sono riusciti a tornare subito in vetta».
Nel giorno in cui l’armata transalpina ha menato sberle a destra e a manca, Briatore ha trovato parole anche per Giancarlo Fisichella - «è incredibile tutto ciò che gli capita» - ed è riuscito a stuzzicare persino il collega mai troppo amato, Ron Dennis, patron della McLaren-Mercedes: «Se sono pericolosi? Sì, ma sono anche secondi. Non solo: in Canada gli abbiamo regalato punti a causa dei guasti avuti, altrimenti non sarebbero così avanti. Però sono loro i nostri veri rivali. L’avevo già detto sabato, ma nessuno mi aveva creduto. Eppure noi siamo sempre onesti, perché quando si è competitivi come noi, si deve per forza essere onesti. Per cui, con altrettanta franchezza vi dico che domenica a Silverstone andremo a fare catenaccio come Trapattoni: perché in casa della McLaren non siamo mai andati bene.

Ci accontenteremo dei punti». Ma non aveva appena detto che la competitività rende onesti?

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