Trecento alloggi pubblici allasta e, di conseguenza, oltre ottocento inquilini a rischio di sfratto: è questo lo scenario che si prospetta ai danni di chi abita, da anni, in appartamenti di proprietà dellIstituto Brignole, oggi Asp Brignole, cioè «Azienda servizi alla persona», la denominazione assunta dopo la riforma degli Ipab (i «vecchi» Istituti di pubblica assistenza e beneficenza).
Lo stato preagonico, di sostanziale fallimento, dellistituto che ha un cospicuo patrimonio immobiliare, tra cui lex Albergo dei poveri oggi riconvertito a vivaio del Comune e numerosi magazzini e edifici abbandonati o in rovina, ha indotto la Regione e gli altri soggetti che gestiscono lazienda a mettere in atto provvedimenti drastici per fare cassa. Come dire: «Vendiamo subito, vendiamo tutto». Solo così, a giudizio dei fautori della cessione integrale del patrimonio, si potrà coprire la voragine del bilancio, afflitto da una catasta di debiti che sono il frutto di cinquantanni di gestione assolutamente rovinosa.
Ed è qui che si innesta la preoccupazione, fondata, degli attuali inquilini del Brignole, sparsi un po in tutti i quartieri della città, in alloggi dalle metrature e condizioni più diverse: si va dallappartamento di pregio, in ordine, e in zone residenziali, fino ai due-tre vani del centro storico in condizioni precarie. Anche la «tipologia» degli inquilini, del resto, è la più diversa. «E se qualcuno di loro potrebbe anche tentare di diventare proprietario concorrendo con probabilità di successo allasta pubblica, (...)
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