BRUNELLO si «sdoppia» per Bach

Il musicista ha registrato l’esecuzione di alcune delle voci delle Suites che verranno proposte in contemporanea con l’esecuzione delle altre

BRUNELLO si «sdoppia» per Bach

Il Mario Brunello che noi abbiamo via via conosciuto, dopo quello che uscì vincitore, unico italiano - un primato che nessuno ancora gli ha strappato - al celebre Concorso Ciaikovskij di Mosca, una ventina d’anni fa, si è sdoppiato in almeno altri due o tre. Al Brunello solista s’è aggiunto il Brunello «primo leggio» di orchestre di star (Orchestra di Lucerna) o giovanili (Orchestra Mozart), ambedue partorite da Claudio Abbado; ma anche il Brunello che con audacia alpina, ha condotto musicisti e pubblico sulle vette dolomitiche, a suonare all’alba o al tramonto tra le distese silenziose dei monti; e poi c’è anche il Brunello che con partner diversi, quotidianamente, si misura con la divulgazione e la sperimentazione musicali. L’ha fatto, negli anni passati, con il gruppo capeggiato da Alessandro Baricco; torna a farlo mercoledì sera, all’Auditorium, con Pensavo fosse Bach esperimento multimediale, complice Vinicio Capossela, altre volte suo compagno d’avventure mozartiane, qui presente in video. Mario Brunello ci spiega, a cominciare dal titolo: «Pensavo fosse Bach» e invece… «E invece è proprio Bach, viene da dire. Questo singolare concerto rientra in una mia personale ricerca. Da più di dieci anni mi vado domandando se esista un modo per evidenziare ciò che nella musica - specie nelle Suites di Bach - non è sempre immediatamente percepibile all’ascolto».
Per questo chiede aiuto alle immagini, alla parola all’elettronica?
«Nelle Suites non è facile far venir fuori la complessa tessitura delle voci, e perciò la loro meraviglia la si può solo immaginare. Cosa ho pensato perciò? Mi sono videoregistrato, mentre suono le voci intermedie o il basso, proietto quelle immagini sulle pareti di un cubo di tulle, al cui interno siedo e suono dal vivo le altre voci. È come sbrogliare una matassa. Ciò permette di realizzare un sogno che è di tutti i violoncellisti: suonare in ambienti molto “risonanti” per dare consistenza e durata anche al basso che una volta toccato dev’essere poi lasciato, per tessere la delicata e difficile trama delle Suites bachiane. Eseguirò con questa tecnica le nn. 4 e 5».
E qual è il ruolo di Vinicio Capossela?
«Vinicio è un grande appassionato di Bach, e i suoi interventi non da specialista o studioso, con tutto ciò che questo potrebbe comportare, fanno breccia nel pubblico soprattutto giovane, al quale ci rivolgiamo».
Apre e chiude lo spettacolo la musica di un altro Alexander Kneifel. Chi è?
«È un compositore di San Pietroburgo, con un passato da violoncellista, scoperto da Rostropovich. Lux Eterna è un duetto per due violoncellisti che mentre suonano devono cantare.

Profittando del cubo, la prima delle due parti, che io stesso ho preregistrato, viene proiettata e la seconda la suono sopra dal vivo. Sarà una esperienza suggestiva».
Auditorium Sala Santa Cecilia. Mercoledì 26, ore 21. Info: 06.8082058.

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