Roma La notizia della voragine sul Lungarno, neanche a dirlo, è rimbalzata con enfasi sui media stranieri. Sul sito on line dell'inglese Guardian c'è un video che mostra le auto inghiottite dal «buco». «Il crollo di una strada a Firenze fa affondare una fila di auto», titola. La Bbc tiene la notizia in grande evidenza e ricorda che il crollo è avvenuto «molto vicino al famoso Ponte Vecchio», meta amatissima dei turisti di tutto il mondo. Se ne parla in Francia, su le Figaro e Le Parisienne, e anche in Germania.
Un bel biglietto da visita per il nostro Paese, una cartolina eloquente dell'Italia che non funziona. L'ennesima vergogna mondiale targata Pd. Le immagini delle macchine sprofondate nella città di cui il presidente del Consiglio Renzi è stato sindaco, ora governata da uno dei suoi, inevitabilmente si prestano ad una interpretazione simbolica. Per lo meno sui social network, che si sono sbizzarriti, con gli utenti a chiedersi se la vicenda possa essere considerata un presagio per il governo Renzi. Non sarà direttamente colpa del premier fiorentino se lungo l'Arno si è aperta una voragine di 200 metri, ma certo l'Italia di Renzi ha collezionato diverse figuracce che hanno offerto al mondo la fotografia di un Paese alla deriva. Del degrado della Roma di Ignazio Marino parlò addirittura il New York Times. Lo scorso luglio il quotidiano americano, pubblicando in prima pagina l'immondizia della capitale tra i turisti, si chiedeva se il sindaco sarebbe stato in grado di «fermare il degrado della Città Eterna». Una settimana prima anche il Daily Mail, la Reuters e il Telegraph si erano soffermati sul declino di Roma, sulle sue strade sporche e piene di buche. La giunta Marino ha regalato poi alla capitale un altro momento di popolarità internazionale con il funerale da «padrino» di Casamonica, con la carrozza tirata dai cavalli e l'elicottero che lanciava petali sulla folla. E The Guardian che titolava: «Disgusto a Roma».
Anche la Napoli sommersa dai rifiuti dei piddini Iervolino e Bassolino si è guadagnata ai tempi le prime pagine sui giornali stranieri. Le immagini apocalittiche della città trasformata in una discarica e quella dei roghi che si levavano dai cumuli di immondizia finirono su Le Monde, su El Pais e sul Washington Post. Il sito della Cnn inserì la crisi dei rifiuti tra le top stories, la Bbc le dedicò un reportage. La stampa estera si è interessata pure ai crolli di Pompei. Quando l'area cominciò a franare, cinque anni fa, a causa di alcune infiltrazioni d'acqua, fu messo sotto accusa Sandro Bondi, Pdl, ministro della Cultura dell'allora governo Berlusconi.
I crolli non si fermarono, anzi ce ne furono altri quando ministro era Dario Franceschini. Lui, che da presidente del Pd fu tra i più accesi sostenitori della linea dura contro Bondi, da ministro della Cultura, diede la colpa alle «forti precipitazioni».PaTa
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