Buffon trascina la Juventus nella sua settimana nera

Il portiere, che ha appena visto svanire il «Pallone d’oro», provoca un rigore e viene espulso. Palladino pareggia il gol di Joelson

Gina Piero Scevola

nostro inviato a Bergamo

Il piccolo Davide non è riuscito ad abbattere il gigante Golia, ma paura gliel’ha comunque messa. L’Albinoleffe, in uno stadio dove il tifo era quasi completamente bianconero, ha fatto tremare la corazzata Juventus costringendola al terzo pareggio stagionale e ha in particolare messo in difficoltà Gianluigi Buffon, in una settimana per lui tutta da dimenticare. L’1-1 finale premia i bianconeri, e castiga i bergamaschi che, malgrado il vantaggio numerico per il cartellino rosso al numero uno della nazionale dopo appena 23 minuti, non sono riusciti a impensierire più di tanto la difesa bianconera che granitica non è comunque apparsa. Il pasticciaccio brutto l’ha combinato Buffon quando è uscito sui piedi del lanciatissimo Garlini, disinteressandosi del pallone: inevitabili rigore ed espulsione per il portiere della nazionale che se n’è andato tra gli applausi.
«E meno male che a Bergamo per un po’ non ci torno più», s’è lasciato scappare Buffon: mercoledì scorso con la nazionale l’autorete di Materazzi, ieri l’espulsione e in mezzo, tanto per gradire, il Pallone d’oro di France Football, che sembrava già messo in cassaforte, secondo portiere dopo il russo Lev Yaschin, dirottato invece in casa Cannavaro. I quattro giorni che Buffon vorrebbe cancellare dalla sua carriera sportiva, autogol, Pallone d’oro scippatogli da Cannavaro e ieri anche l’espulsione. «Lasciamo perdere», la sua amara conclusione, «e guardiamo avanti pensando in positivo».
Positivo è il fatto che la Juventus è tornata imbattuta da Bergamo, dove in tribuna c’era il ct Donadoni, mantenendo lo zero nel casellino delle sconfitte. Perchè, dopo il rigore messo a segno dal brasiliano Joelson, un peperino che i difensori bianconeri hanno fatto fatica a contenere, sembrava proprio che fosse impossibile rimontare. Senza gli infortunati Trezeguet, Del Piero, Zalayeta, con Bojinov fatto uscire per permettere l’entrata del portiere Mirante, sembrava proprio che fare gol ad Acerbis fosse quasi impossibile. Invece il giovane Palladino ha impattato al minuto 6 della ripresa, raccogliendo un bel cross di Balzaretti e approfittando proprio di un’uscita infelice di Acerbis. È stato poi un continuo batti e ribatti, con le squadre allungate, poco gioco e solo tanta buona volontà, due occasioni da gol per Cellini e Colombo e una Juve spuntata che di più non riusciva a fare. Troppe le assenze in casa bianconera (nei minuti finali s’è stirato anche Zanetti), al punto che anche il pari è un risultato da tutti ben accettato.
Non si lamenta il presidente Cobolli Gigli, va bene così all’allenatore Deschamps, solo Buffon arriccia un po’ il naso: forse avrebbe preferito finire meglio la sua settimana «tutta da dimenticare». Una novità comunque c’è stata, perchè la curva nord abitualmente occupata dagli ultrà atalantini e vuota quando gioca l’Albinoleffe, questa volta era strapiena. Così come lo stadio, dove i 1.

366 abbonati dell’Albinoleffe sembrava fossero in trasferta tanto era caloroso il tifo pro Juve. Il piccolo Davide ci ha provato, ma per abbattere un gigante, seppur zoppo per il rosso a Buffon, come la Juve, ci voleva molto di più.

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