Roma

«Da buoni cattolici seguiremo il Pontefice»

«La materia è complessa per indirizzare i fedeli bisogna esser competenti»

Omar Sherif H. Rida

«Da buoni cattolici seguiremo le indicazioni del Santo Padre». È quasi un coro quello proveniente dalle parrocchie dei quartieri Nomentano, Casilino e Tiburtino. Oggetto della discussione il comportamento di voto da tenere in occasione del referendum sulla procreazione assistita. Proprio lunedì scorso infatti Benedetto XVI è tornato a sottolineare «l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino alla morte».
Una linea di condotta inequivocabile quella dettata dal Vaticano: rispetto per la vita in tutte le sue forme e quindi no ad ogni modifica della legge 40 e invito all’astensione. Nella parrocchia di Sant’Enrico, nel quartiere di Casal Monastero, don Massimo ribadisce che «la nostra posizione non può che essere quella della Chiesa, anche se per indirizzare i fedeli bisognerebbe avere una competenza, che data la complessità della materia, noi religiosi non possiamo avere».
Nelle parrocchie sono numerosi gli incontri con esperti del campo, medici, comitati per l’astensione, al fine di sensibilizzare sull’argomento. Proprio questa sera, sempre a Sant’Enrico, è prevista una riunione con il comitato per la legge 40 «Scienza&Vita», l’associazione che al grido «la vita non può essere messa ai voti» sembra essere la più attiva nel fare campagna tra i cattolici. Anche sul portone d’ingresso della chiesa di San Giuseppe Benedetto Labre infatti, nel vicino quartiere della Torraccia, campeggiano i poster di «Scienza&Vita» con la scritta «referendum sulla legge 40: scegli di non votare». Al fianco i manifesti del quotidiano Avvenire con lo slogan «Referendum: al non voto attivi e consapevoli». Alla parrocchia Nostra Signora di Czestochowa, a La Rustica, Don Antonio parla di un impegno a favore dell’astensione fatto di materiali informativi e conferenze mentre Padre Mario, parroco della chiesa di San Barnaba, sulla via Casilina, sottolinea come «coerentemente con i nostri vescovi, noi siamo per la vita».

Qui l’intera opera d’informazione è stata «appaltata» ad un «comitato famiglia».

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