Paola Setti
Fuori dallaula cera un furioso Massimiliano Costa che infuriava: «Se la legge non si approva oggi faccio un casino, larcivescovo Bertone se ne avrà a male». Dentro allaula cera un sorriso largo tanto quanto i denti di tutti i consiglieri regionali del centrodestra: «Spiacenti ma oggi no, oggi vi trasciniamo fino a notte». E infatti hanno parlato per ore, per protesta contro quelle «Norme ed interventi in materia di diritto allistruzione ed alla formazione» che cancella la legge sui buoni scuola varata dalla giunta Biasotti e rimodula i criteri di assegnazione dei fondi alle famiglie che per i propri figli scelgono le scuole private.
Ieri era lultimo giorno utile per varare la legge senza creare disagi ai cittadini, perché le scuole chiudono il 9 giugno e poi sarà più difficile presentare domande e svolgere pratiche. «Creano difficoltà proprio loro, che sono i paladini dei buoni scuola» lamentava Claudio Gustavino il capogruppo della Margherita. «La verità è che volete imporre ad anno scolastico praticamente terminato una riforma non condivisa al solo scopo di non dover erogare i buoni scuola» replicava lopposizione. La legge quadro, illustrata ieri in aula da Minella Mosca dei Ds, dovrebbe unificare le diverse leggi sullistruzione, riformare il sistema di sostegno agli universitari trasformando lErsu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario) in Arssu (Azienda regionale per i sevizi scolastici e universitari), e cancellare i buoni scuola a suo tempo assai contestati dalla sinistra. Con lobiettivo di offrire a tutti i giovani pari opportunità nellaccesso ai più alti gradi di istruzione, indipendentemente da reddito, provenienza geografica e condizione di disabilità. Fra lecritiche avanzate dalla minoranza la creazione di un consiglio di amministrazione di 6 membri per lArssu e il «carattere velleitario» di una legge che vuole affrontare i problemi di tutti i livelli di istruzione. Luigi Morgillo il capogruppo di Forza Italia denuncia «la volontà di cancellare la libertà di scelta fra scuola privata e pubblica», Gianni Plinio il capogruppo di An avverte che «questa legge è puro assistenzialismo, frutto di una cultura liberticida, un grave arretramento sul piano dei principi».
Lesame della legge è stato rinviato a lunedì prossimo. Nel mezzo ci sarà una settimana di passione. Ieri infatti al termine della seduta un popolo variegato e determninato di utenti è riuscito a farsi promettere dai capigruppo di maggioranza linserimento di alcuni emendamenti migliorativi della legge. Associazioni Genitori, Associazioni genitori scuole cattoliche, Associazione Diesse didattica ed innovazione scolastica, Federazione istituti di attività educative, Federazione italiana scuole materne, Federazione opere educative della Compagnia delle opere, Forum associazioni familiari e Movimento ecclesiale di impegno culturale giudicano la legge Costa un «inaccettabile ribaltamento dellimpostazione dei buoni scuola»: «La legge Biasotti decretava in modo chiarissimo la libertà di scelta delle famiglie e il principio secondo cui è pubblico anche ciò che è paritario - spiega lavvocato Massimo Ansaldo della CdO -. Questa legge invece introduce criteri assistenziali, e non di libera scelta, nellassegnazione dei fondi. E non è chiaro se il sostegno alle famiglie ci sia davvero».
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