(...) Se le famiglie gli chiedono unaltra cosa, magari anche molto più semplice e (teoricamente) scontata, lui risponde sempre citando quei provvedimenti. Ed è successo così anche tutte le volte che il Forum ligure delle Associazioni delle Famiglie ha provato a chiedergli un impegno formale sul programma. E su tre punti che hanno sottoscritto persino alcuni candidati consiglieri regionali del suo Pd o della sua Lista Civica. Nellelenco delle 32 adesioni alle proposte delle famiglie ci sono infatti nomi «forti» del centrosinistra, ma non quello del candidato presidente. Che poi è colui che decide la linea della coalizione. Sandro Biasotti e moltissimi di centrodestra hanno firmato, Burlando si è sempre rifiutato.
Anna Maria Panfili, presidente del Forum, ancora ieri ha spiegato che è stato fatto il possibile per raggiungere tutti i candidati, che ove non ci si è riusciti direttamente il materiale è stato consegnato ai partiti di riferimento: «Non vogliamo dire con assoluta certezza che chi non ha firmato rifiuti la nostra proposta». Difficile credere però che Burlando non abbia avuto modo di verificare e firmare il patto. «No, questo lo escludo - conferma Panfili - Lo abbiamo contattato direttamente più volte. Io stessa, in unoccasione in televisione gli ho chiesto di fare unaffermazione netta. Mi ha risposto citando quello che ha già fatto». Strano, fa sempre così. Ma forse stavolta è andato oltre. «Gli ho chiesto di affermare un impegno per la famiglia così come la vede la costituzione - aggiunge Panfili - Cioè un impegno per la società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Non lo ha fatto, ha girato il discorso». Niente, persino la Costituzione può essere disattesa, senza che in questi casi si mettano in marcia le scalfariane truppe in difesa dei sacri e inviolabili principi.
Burlando - almeno la coerenza gli va riconosciuta - non poteva fare promesse che prevedevano tra le altre cose la revisione della sua legge sullomofobia, approvata anche grazie allUdc che oggi lo sostiene in nome dei valori. «La legge in parte enuncia principi di scarsa concretezza, ma in parte contiene strumenti che possono danneggiare la famiglia costituzionalmente garantita - insiste Panfili, affiancata dal vice presidente Luigi Frixione - E questa legge è stata approvata senza neppure unaudizione della Consulta per le Famiglie, che sarebbe uno strumento valido se almeno venisse convocata quando cè qualche provvedimento che può riguardarla». I tavoli e le Consulte si fanno, si usano per dire di ascoltare i loro pareri, ma poi vengono accantonati.
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