Bush: «Interrogatori duri? Erano legali e hanno salvato molte vite umane»

New YorkL’ex presidente George W. Bush rompe il silenzio: per la prima volta da quando ha lasciato la Casa Bianca l’ex numero uno degli Usa è sceso in piazza per difendere i metodi duri di interrogatorio che il suo successore Barack Obama non ha esitato a definire torture. «Hanno salvato vite umane», ha detto in un discorso al Southern Michigan Economic Club di Benton Harbor, il primo negli Usa da quando ha lasciato la presidenza.
«Dopo le stragi dell’11 settembre fu un terremoto di emozioni - ha detto Bush -: mi impegnai a fare qualsiasi passo per proteggervi». L’ex presidente ha affrontato di petto il nodo della legalità di metodi come il waterboarding che l’amministrazione Obama ha messo fuori legge: «La prima cosa che ti chiedi è se è legale. Io ho preso le mie decisioni nell’ambito della legge, per ottenere informazioni e per potermi dire che ho fatto il mio dovere. Posso dirvi che le informazioni che abbiamo raccolto hanno salvato vite umane».
Bush ha parlato a braccio per 75 minuti, a 2.500 persone, della «fog of war», la «nebbia della guerra» che confonde i giudizi e che si è alzata dopo le stragi dell’11 settembre 2001. L’ex presidente non ha voluto criticare il suo successore che in quattro mesi ha disfatto molte delle sue decisioni di otto anni di presidenza: prendendo le distanze dal vice Dick Cheney, ha detto che «c’è troppa gente che lo attacca, ma a me non piaceva quando i miei predecessori mi criticavano: non lo farò a mia volta con lui e gli auguro successo».
Bush ha 63 anni e da gennaio vive a Dallas. Nel discorso in Michigan ha parlato della crisi economica e del ritorno a una vita da privato cittadino: i voli sull’Air Force One, i manicaretti preparati dagli chef della Casa Bianca e gli incontri con il personale militare sono state le prime cose che gli sono mancate da quando ha dovuto cedere a Obama le chiavi dell’Oval Office.


Fino ad oggi l’ex presidente ha condotto vita ritirata con la sola eccezione di due inviti a parlare in Canada e in Cina. Un’altra apparizione a pagamento lo ha portato ieri a Toronto per incrociare le spade con il predecessore Bill Clinton.

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