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Buzzetti(Ance): Il Paese è da ricostruire, come nel dopoguerra

Il presidente dei costruttori italiani interviene al parla Convegno nazionale al Lingotto di Torino. E propone un patto con i sindaci per una strategia di rilancio delle città

L'analisi di Paolo Buzzetti è nera. «Il Paese - dice- è di nuovo come nel dopoguerra e va ricostruito. Abbiamo una carenza infrastrutturale che è sotto gli occhi di tutti, siamo il fanalino di coda in Europa».
Ma il presidente dei costruttori italiani vuole anche infondere fiducia:«Riusciremo a superare questa crisi , ma a patto che ci crediamo. Le cose da fare le sappiamo, bisogna partire e farle».
Buzzetti parla dal palco del Lingotto, a Torino, dove chiude il convegno nazionale inserito nell'ambito dei festeggiamenti per «Italia 150».
Spiega che è necessario abbandonare «la logica dell'emergenza, delle soluzioni frettolose, dell'andare in deroga alle regole», per tornare ad essere responsabili. E programmare interventi di riqualificazione urbana proiettati nel medio-lungo periodo, con una visione strategica.
Quello dell'Ance è un appello lanciato ai sindaci, per stringere un patto per il rilancio delle città. «I sindaci - dice Buzzetti-devono fare ragionamenti a 5-10 anni sulle città, basta con i programmi a due giorni, bisogna pretendere piani strategici. Ogni sindaco dica cosa vuole fare nei prossimi 5 anni».
Il numero uno dell'Ance, descrive il momento di difficoltà del sistema Italia e delle imprese di costruzioni, denunciando ancora una volta crisi del credito, crisi dei pagamenti, collasso dell'amministrazione pubblicache non riesce più a decidere e mancanza di risorse eccezionale.
Poi, però, spiega che nel nostro passato ci sono state crisi «anche peggiori di questa e i problemi sono risolvibili, nessuno ha la ricetta per uscirne ».
Per farlo ci vuole capacità progettuale», la «grinta» necessaria per affrontare e risolvere i problemi, di cui si è parlato solamente per troppo tempo. E qui c'è l'attacco al Palazzo immobile e autoreferenziale, che non riesce a dare risposte.
«Le cose da fare le sappiamo - sottolinea Buzzetti- ma bisogna partire e farle e bisogna pretendere dalla politica, dalle amministrazioni e da noi stessi che si facciano. Perchè ognuno da solo non può riuscirci».


Per il numero uno dei costruttori italiani «non è tollerabile che la politica pensi solo ai problemi del quotidiano e alle elezioni. Non ci possiamo arrendere, ci vuole grinta nel pretendere le cose giuste e no n tollerare più le cose non tollerabili. Bisogna tornare a essere responsabili e forzare la politica in questo senso» .

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