(...) Nessuno però ha ancora pensato di sequestrare ad esempio le liste dellItalia dei Valori di Imperia che, a detta delluomo che ha fatto esplodere il caso, sono in buona parte fasulle, addirittura comprate. Andrea Pescino, lattivista di estrema destra che ha sollevato lo scandalo, è stato invece denunciato per «favoreggiamento» dalla digos perché si è detto disponibile a raccontare tutto solo dopo lavvenuto sequestro delle liste sospette. Ma per lappunto sullIdv non si registrano novità.
Ma la notizia clamorosa è tutta nellatto del tribunale di Imperia che il 9 marzo alle 11.15 si riunisce «per controllare la regolarità sostanziale delle candidature presentate». In particolare cè da ammettere la lista dei Verdi che non era stata in un primo tempo esclusa perché non era neppure mai stata presentata. Lo aveva confermato in tempi non sospetti persino Gabriella Badano, leader provinciale dei Verdi, che lultimo giorno utile per la presentazione delle liste (il 27 febbraio) si era arresa: «Non ce labbiamo fatta, pensavamo di avere 1026 firme (ne servivano 1000, ndr) Quando le abbiamo contate con il cancelliere erano solo 982». Così quel giorno non avevano neppure provato a depositare gli atti.
Cosa succede poi? Succede che l8 marzo, come da verbale della cancelleria del tribunale «si presenta il signor Lupi che dichiara di voler presentare una lista provinciale di candidati per lelezione del presidente della Regione». Nove giorni dopo il fatidico mezzogiorno per il quale nel Lazio sono stati contati i decimi di secondo al fine di escludere il Pdl. Il cancelliere non solo riceve la lista, ma anzi nel verbale «dà atto che il predetto signor Lupi si era regolarmente presentato presso questa segreteria alle 11.50 del 27 febbraio». Non dà atto che in quelloccasione i Verdi non avevano le firme, ma pazienza. «A questo punto (cioè alle 17.20 dell8 marzo, ndr) - prosegue il verbale - il signor Lupi deposita una lista di candidati» con 1070 firme a sostegno, 1050 certificati elettorali e tutta la documentazione. Cioè le firme arrivano «a questo punto». A nove giorni dal termine ultimo.
E il giorno dopo, il 9 marzo, il tribunale le accetta. Non accogliendo un ricorso (che neppure poteva esserci dal momento che i Verdi proprio non si erano presentati), ma accettando per la prima volta il tutto.
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