Erica Orsini
da Londra
Lui sta già sognando un quarto mandato, ma la verità è che metà degli elettori lo vorrebbe dimissionario. Per il premier britannico Tony Blair si tratta di una realtà dura da digerire, ma i risultati dell'ultimo sondaggio Icm pubblicati ieri dal settimanale News of the World non lasciano adito a dubbi. La gente non crede più nel suo primo ministro e più della metà non lo ritiene più adatto a guidare il Paese. Il 42% vuole le sue dimissioni immediate, il 15% gli concede ancora un anno di tempo. Soltanto un misero 21% gli accorda ancora la sua fiducia.
Soltanto nel novembre scorso i dati erano radicalmente differenti. A volerlo cacciare immediatamente dal numero 10 di Downing Street era il 28% degli intervistati, una netta minoranza. Quei risultati avevano già fatto intravedere un cambio di tendenza nell'opinione pubblica, ma ancora non erano riusciti a mettere in difficoltà il leader laburista. Adesso, soprattutto dopo gli ultimi scandali che hanno travolto il governo, per Blair è sempre più difficile risalire la china. E ha un bel dire lui, che l'annuncio fatto in passato di non voler correre per un quarto mandato, «è stato un errore». È evidente che i suoi elettori non la pensano così.
Non così chiara però è l'indicazione data sul suo successore. Un terzo dei mille intervistati infatti ritiene che neppure il suo eterno amico e avversario, il Cancelliere Gordon Brown, sarebbe l'uomo giusto per guidare il Paese. Un risultato che è forse sintomo dell'attrito da tempo creatosi tra i due. Sotterraneo e velenoso, nutrito da vedute troppo diverse su troppe questioni fondamentali. Nascosto dietro sorrisetti nervosi e frasi di circostanza, ma sul punto di esplodere ormai in ogni momento con il fragore di granata. L'ultima diatriba tra Tony e Gordon sembra sia scoppiata proprio qualche giorno fa, quando Brown ha scoperto di essere stato escluso dal lancio della campagna elettorale laburista per le prossime elezioni amministrative.
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