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Caino contro Caino nel dramma tra fratelli

Chissà quante persone si ritroveranno nelle vicende di questo sconcertante (in senso buono) film

Caino contro Caino nel dramma tra fratelli

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Chissà quante persone si ritroveranno nelle vicende di questo sconcertante (in senso buono) film. Al centro, infatti, ci sono un fratello e una sorella che si odiano e che, da quasi vent'anni, non si parlano. Cercano di evitarsi in tutti i modi, alimentandosi nell'odio reciproco. La causa? Non si sa, perché, a volte, si può anche dimenticare i motivi che ci spingono a tirare su muri (apparentemente) indistruttibili di separazione, costruiti intorno al nostro orgoglio.

Quello che accade a Louis e Alice. Lui è uno scrittore che ha perso anche un figlio, scacciando la sorella che si era presentata per fargli le condoglianze, in una delle scene più forti del film. Lei è un'attrice di teatro, in perenne confronto con la sua angoscia. Un incidente stradale, però, finirà per far incrociare le loro strade, fino ad allora solo rette parallele. I loro genitori, infatti, durante un viaggio in macchina per andare a vedere lo spettacolo della figlia, si fermano per prestare soccorso a una ragazza. L'arrivo di un camion li spedirà, gravi, in ospedale, obbligando i due figli a correre al loro capezzale e all'inevitabile resa dei conti.

Una storia non facile da gestire, ma Arnaud Desplechin, alla regia, è bravissimo ad affidarsi a due fuoriclasse come Marion Cotillard e Melvil Poupaud che ti trascinano in questa loro ineluttabile separazione, attraverso esplosioni d'odio, pentimenti, nevrosi, depressioni, apparenti riavvicinamenti, senza mai sconfinare nel climax esasperato. Un film che finisce per inghiottire anche lo spettatore, facendoti, a volte, mancare l'ossigeno per una situazione quasi impossibile da scalfire.

Caino contro Caino, anche se, si intuisce, tutto nasce dall'infanzia, da un approccio sbagliato dei genitori che li avevano messi in competizione sull'amore a loro riservato. Colpe, insomma, che vanno divise e che potrebbero essere da monito per tanti che guardano il film. Un ritratto della fragilità umana come non capitava da tempo di vedere.

Peccato che il finale sciupi un po' troppo frettolosamente il bellissimo castello di sentimenti costruito.

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