Cake designer, quando l'artista mette il cappello del pasticciere

La moda delle torte artistiche spopola sul web e in tv. Una passione da leccarsi i baffi...

Cake designer, quando l'artista mette il cappello del pasticciere

Diciamo la verità, la parola «cake designer» sarà pure «trendy» ma non fa certo pensare a una di quelle torte squisite che cuociono solo nei forni di mamme, nonne e zie in via d'estinzione. Sarà perché la parola «cake» ricorda in italiano un'assonanza cacofonica non delle più gradevoli. Quanto al «designer», beh lasciamo perdere: trattasi di lessico che rimanda più all'arredamento di interni che alla farcitura di pandispagna. Ma in un'epoca in cui gli scribacchini si chiamano «press agent», le segretarie «directory assistent» e l'istruttore in palestra «gym coach», ci faremo una ragione anche del «cake designer»; il quale - tradotto - è un vero e proprio «artista della torta». Un creativo (ma più spesso, una creativa) che ci dà dentro di pasticceria, senza però dimenticare due ingredienti basilari: genialità e sensibilità estetica. Il risultato - quando il cake designer (che da questo momento indicheremo, per brevità, con la sigla «CK») - è una dolce scultura così bella che dispiace mangiarla.
Sul web gli appassionati del settore si leccano le dita e si confrontano alla grande, come dimostra il dibattito sul sito gastronauta.it. Ma la moda del «CK» buca anche la rete e irrompe in tv come dimostra il successo di Carlo, il boss delle torte di «Real Time» che riproduce i palazzi di Manhattan ricoprendo il pandispagna con pasta di zucchero? Fatto sta che la voglia di stupire si è diffusa in tutta Italia, scatenando un vero e proprio boom: donne con formazione diversa e provenienti da settori eterogenei aspirano a diventare artiste della pasticceria, maghe della decorazione nell'uso della ghiaccia reale, un composto a base di zucchero e albume che, secondo blog specializzati come il British Sugarcraft Guild, fu inventato dai pasticceri inglesi all'inizio dell'Ottocento. «Il cake design - spiega Arianna Gandolfi - affonda le sue radici proprio in quell'epoca, quando si scoprì che il composto a base di zucchero e acqua di rose (poi sostituita con l'albume d'uovo), una volta fatto asciugare diveniva una specie di «brina» biancastra, simile al ghiaccio e per l'appunto chiamato sugarice . Usato nel 1840 in occasione del matrimonio della Regina Vittoria, questa pasta zuccherina iniziò ad esser chiamata ghiaccia reale, royal ice». L'arte che utilizza questa copertura ha ammaliato tantissime donne in tutto il mondo, tanto da convincere Letizia Grella ad aprire un laboratorio a Roma. La sua esperienza e professionalità oggi costituiscono il contenuto del libro «La torta che vorrei» (ed. Gribaudo), uno dei pochissimi manuali in italiano, in circolazione, dedicati alla decorazione delle torte. Foto e didascalie illustrano i metodi da usare per eseguire preparazioni semplici in cui l'arte anglossassone della decorazione si fonda con il gusto italiano.
Le aspiranti «CK» possono documentarsi in tempo reale su internet: oltre a qualche blog italiano, sicuramente i siti di riferimento si trovano negli Usa e in Australia, dove esiste il «Museo delle Torte e dello Zucchero». E non è certo un caso che Toni Brancatisano, vincitrice del reality del Gambero Rosso, sia proprio una cake designer originaria di Melbourne; suo l'onore, ad esempio, di aver portato sullo schermo di casa l'arte della decorazione con la pasta di zucchero attraverso il programma «Le Torte di Toni».
Anche Lidia Miglionico, a Potenza, è una libera professionista che da un po' di tempo ha scoperto l'hobby per le torte artistiche: «Diventare Cake Designer è stata la diretta conseguenza della grande passione per le arti manuali, per la pittura, per l'amore dell'arte in genere e i per i dolci». E dolci sono anche i suoi ricordi: «Il mio era un mondo di zucchero, vaniglia e cacao. In casa c'era sempre il loro profumo e ancora oggi continua ad esserci! Le mie mani hanno sempre pasticciato prima cose più semplici poi man mano sono passata a torte più elaborate». Poi, il grande salto «artistico»: «Non ho mai smesso di documentarmi, seguendo anche un corso di decorazioni inglesi presso la Scuola di Cucina "A Tavola con lo Chef" di Roma con Valentina Gigli. Adoro creare torte e golosi dolcetti e soprattutto di grande effetto, raffinati e personalizzati». La soddisfazione più gratificante? «Realizzare idee sempre nuove e più elaborate che creino nella persona a cui va il dolce stupore, curiosità e gioia. Così da regalare, nel momento della festa, un'emozione indimenticabile».
«I dolci che realizzo - spiega Lidia - sono preparati solo con ingredienti freschi e di prima scelta, non utilizzo mai basi pronte, e né conservanti.

Insomma, il classico dolce fatto a casa ma con una particolare attenzione alla decorazione. L'unione della pasticceria italiana (creme, chantilly e ganache) alla classica decorazione anglosassone».
E, alla fine, il brindisi è d'obbligo.

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