La Coppa impiccio

Il trofeo vinto dall'Inter nelle ultime due edizioni, eventuali incroci pesanti, il calendario affollato e gli obiettivi scudetto e Champions. Quasi quasi...

La Coppa impiccio
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Milano - Guai a dirlo a Simone Inzaghi, però la Coppa Italia è un bell`impiccio per chi punta dritto allo scudetto e ha ancora tanta voglia di fare strada in Champions League. Guai a dirglielo, perché la coppa nazionale è casa sua (ne ha vinte 3, più 2 con la Primavera della Lazio), e perciò proverà un`altra volta ad andare avanti. L`Inter campione in carica debutta a San Siro contro il Bologna e non sarà semplice. Non bastasse il 2-2 di ottobre in campionato, ci sono in precedenti in Coppa Italia: due anni fa contro l`Empoli e l`anno scorso contro il Parma, stesso turno e stesso stadio, servirono i supplementari per passare il turno.

Eppure, stavolta con tutto ciò che attende i nerazzurri, uscire potrebbe rivelarsi come il minore dei mali. Anche per i tifosi. Per dire: meglio qui col Bologna che contro il Milan nel possibile incrocio in semifinale. Ma i rischi sono anche più vicini. L`inverno è già così una stagione complicata: dopo l`eventuale quarto con la Fiorentina (sconfitta a maggio in finale e con grande voglia di rivincita), arriverebbero la Supercoppa in Arabia (2 partite?), quindi il recupero di campionato con l`Atalanta e soprattutto l`Atletico dell`ex amico Simeone. Calendario tanto ricco, che a volersi mangiare tutto può finire con l`indigestione.

Alla vigilia silenziosa di Inzaghi fa eco da Bologna il colpo di tamburo di Thiago Motta, che non senza ragione definisce «antidemocratico il regolamento della coppa», che fino ai quarti di finale si gioca in partita secca e sul campo della più forte. Con l`ovvio scopo della Lega Calcio di spingere le squadre col maggiore seguito di tifosi (e ascolti tv) ad arrivare fino in fondo.

Squadre zeppe di riserve. Potesse, Inzaghi farebbe ancora più cambi di 3 settimane fa a Lisbona e invece, causa infortuni, ne fa meno. ThuLa divisa a metà fra campo e panchina, perché gioca Arnautovic, ma non c`è Sanchez. Il grande ex è fra i più attesi nella notte nerazzurra. Come Frattesi, titolare nell`Italia ma riserva nell`Inter. Dall`inizio anche Carlos Augusto (per Dimarco), Asllani (Calhanoglu) e Klaassen (Mkhitaryan). Niente rotazioni in difesa, perché al momento la coperta è troppo corta (Pavard solo nel secondo tempo, De Vrij e Dumfries sempre fuori gioco, come Cuadrado, operato in Finlandia al tendine di Achille).

Doppia Inter quindi solo sulla carta, col grande incubo per Inzaghi, che gl`infortuni possano aumentare in misura direttamente proporzionale alle partite disputate. Cosa sarebbe dell`Inter già oggi se gli fossero mancati gli attaccanti? Quelli "veri", non Sanchez o Arnautovic.

Stasera è la 23esima partita della stagione nerazzurra e Lautaro e Thuram saranno disponibili e giocheranno per la 23esima volta consecutiva. Finora, 25 gol e 14 assist in due. Giusto ricordarlo a chi pensa che i risultati dell`Inter siano solo merito di come Inzaghi si difende.

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