Tancredi a Catella: "Mi confermi assessore?". Nuova tegola per Sala

Spuntano conversazioni anche tra l'imprenditore e il sindaco. I magistrati: "Asserviti ai privati"

Tancredi a Catella: "Mi confermi assessore?". Nuova tegola per Sala

Un patto occulto di "dimensioni sconcertanti e di autentico allarme sociale" per la Procura di Milano legava Beppe Sala e la sua giunta al costruttore Manfredi Catella, e a dimostrarlo sono proprio le chat tra il sindaco e Catella trovate sul telefono di quest'ultimo. L'affondo dei pm guidati da Marcello Viola arriva nel giorno in cui sull'inchiesta sull'Urbanistica milanese piove il primo secchio d'acqua fredda, con l'ordinanza del tribunale di Milano che libera i primi due arrestati nella spettacolare retata del 16 luglio. Tornano liberi il costruttore Andrea Bezziccheri, che si è fatto una settimana a San Vittore, l'architetto Alessandro Scandurra, che era agli arresti domiciliari. Le motivazioni non sono ancora note, ma almeno su un punto è certo che i pm sono stati sconfessati: non c'era alcun bisogno, in una inchiesta in corso da mesi sotto i riflettori, di fare scattare le manette.Ma la Procura non si ferma e anzi raddoppia, depositando al tribunale del Riesame altre chat affiorate grazie a una perizia informatica nei telefoni degli indagati. E saltano fuori per la prima volta gli scambi di messaggi diretti tra Manfredi Catella e Beppe Sala. Sono i messaggi che secondo la Procura dimostrano come in realtà il vero potere a Milano non avesse sede a Palazzo Marino ma negli uffici di Coima, il colosso edilizio di Catella, protagonista di quasi tutti i grandi progetti. I vertici della politica cittadina agivano non nell'interesse pubblico a "come dipendenti privati e deferenti agli ordini di Manfredi Catella", all'insegna dello "sfregio delle leggi e di attentato alla democrazia urbanistica". E ancora, in occasione di un incontro tra Sala e il governo: "Catella detta la linea che il Comune di Milano deve seguire nell'incontro con i ministri, come se il Comune di Milano non possa avere una linea diversa da quella di Coima". Non una giunta Sala ma una giunta Catella, dicono insomma i pm. Altra chat: Tancredi scrive a Catella "mi confermi come assessore?". Catella risponde: "Voi siete i best ever. Io se volete vi faccio da segretario". Malangone termina la conversazione con una battuta: "Me lo tatuo sulla schiena". In questo brusco (ma ampiamente preannunciato) alzo di tiro sul sindaco, la Procura va all'attacco anche di una figura chiave della amministrazione Sala: il direttore generale del Comune Christian Malangone, legato a Comunione e Liberazione, chiamato dal sindaco al proprio fianco fin dai tempi di Expo e dal 2018 in Comune, e che oggi, benché non colpito da avvisi di garanzia o richieste di arresto, i pm indicano come il vero uomo di Catella nella macchina comunale. Malangone, dicono, "negli scambi fa sfoggio del suo essere stretto sodale di Catella". Al centro dell'indagine, una chat a tre di whatsapp denominata "Pirellino", dal nome del progetto più caro a Coima e al suo architetto Stefano Boeri, ma in cui si parla un po' di tutto: nella chat ci sono l'assessore Giancarlo Tancredi, il dg Malangone e incredibilmente Manfredi Catella. Sono ben 309 messaggi assai espliciti, che per i pm "denotano un sostanziale asservimento della struttura pubblica a quella privata", come quando il Comune si impegna a aiutare Coima a incassare milioni di euro dalla fondazione Milano Cortina e da due associazioni per la ricerca sul cancro. Ci sono momenti in cui Tancredi sembra quasi nel panico, come quando esplode la polemica cui costi stellari dello studentato che prenderà il posto del Villaggio Olimpico, "io non saprei cosa dire se i giornalisti mi chiedono", e Catella risponde secco, "la convenzione è un contratto, non so cosa dire di più". I tre si consultano continuamente, ipotizzano soluzioni, ma poi è Catella che "propone in modo gerarchico". Da una delle chat secondo i pm "sembra emergere un vero e proprio asservimento di Malangone a Catella, al punto che Malangone rimette a Catella la scelta delle linee da seguire da parte del Comune", "una sorta di delega in bianco delle scelte politico amministrative dell'ente pubblico".

Il culmine si raggiunge con un allegato che il 25 settembre 2024 Catella invia ai due esponenti del Comune per indicare come Coima vuole essere compensata degli extracosti sostenuti per il Villaggio Olimpico, indicando persino le date delle delibere della Giunta comunale, per consentire all'azienda anche in deroga alla legge di mettere sul mercato libero gli spazi destinati agli studenti. "Domani ci vediamo con Beppe", scrive Catella a Malangone il 5 ottobre 2024, e preannuncia che sarà Coima a stendere il testo che poi il Comune firmerà come proprio.

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