
Segno dei tempi e delle nuove regole. Ovvero un rigore assegnato dal Var (il tocco di mano del difensore Mandi) e poi tirato tre volte perchè il portiere avversario Ozer si era mosso in anticipo dalla linea di porta. Ma la notizia è un'altra: la Roma è riuscita a sbagliarli tutti e tre, i primi due tentativi con Dovbyk, il terzo con Soulé.
Si chiude con questo incredibile fuori programma la serata europea amara della truppa di Gasperini (foto). L'imprevisto scivolone casalingo (i giallorossi arrivavano da un tris di successi tra campionato e Coppa) è la cartina tornasole di una rosa romanista con molte lacune, mascherate dalla partenza lanciata. Al di là delle assenze di Dybala e Bailey e dall'esclusione di Baldanzi dalla lista Uefa, sono le seconde linee a tradire Gasperini nella gara contro il Lille.
Un turno di riposo per Angelino e Koné? Ecco che i loro sostituti Tsimikas - bocciato dopo un primo tempo disastroso - e El Aynaoui - fresco di convocazione con il Marocco - sono protagonisti in negativo sul gol decisivo dell'islandese Haraldsson che dopo sei minuti è una vera e propria doccia fredda per la Roma. E poi il digiuno del centravanti Ferguson (ieri una sola vera occasione di testa sprecata di poco), specchio di una squadra che segna con il contagocce.
Il solito miracolo di Svilar sull'esperto Giroud, non abbastanza efficace ieri, è un altro segnale importante. E con un Soulé meno incisivo del solito, la Roma va incontro al secondo ko in casa dell'annata, regalando anche poche occasioni da gol (la più clamorosa i 4 tiri di fila in porta con deviazione provvidenziale sulla linea di Mandi sull'ultimo).
Gasperini dopo un'ora di gara ha cercato invano di dare la scossa inserendo i vari
Mancini, El Shaarawy, Koné e Dovbyk ma è stato il ben organizato Lille di Genesio ad affacciarsi pericolosamente dalle parti di Svilar. Fino al triplice rigore sbagliato, segnale di una serata storta sulla quale però riflettere.