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Feralpisalò, i segreti di un miracolo calcistico nato tra l'acciaio e il Garda

Storia e genesi dell'ascesa della Feralpisalò, la squadra dell'industriale dell'acciaio Giuseppe Pasini che ha conquistato la Serie B. E vuole continuare a stupire

I festaggiamenti della Feralpisalò per la promozione in B (dalla pagina Facebook del club)
I festaggiamenti della Feralpisalò per la promozione in B (dalla pagina Facebook del club)

La Feralpisalò ha scritto la storia del calcio lombardo e bresciano conquistando, nella giornata di sabato 8 aprile, la prima promozione in Serie B della sua storia. Per la prima volta in centoventi anni di calcio italiano, una squadra appartenente alla provincia di Brescia, eccezion fatta per la Leonessa del capoluogo, raggiunge la massima categoria nazionale. E per la prima volta il Brescia stesso potrebbe, nella stagione 2023-2024, essere la seconda squadra della provincia qualora la temuta retrocessione in Serie C si concretizzasse al termine della presente stagione.

Il ruolo di Pasini e l'ascesa della Feralpisalò

Con poco più di 10mila abitanti Salò, la perla del Lago di Garda, è il più piccolo comune lombardo ad aver mandato una squadra in Serie B e il secondo più piccolo d'Italia dopo Castel di Sangro, centro abruzzese che aveva 6.500 anime quando la compagine locale toccò la B nel 1996-97.

La storia della Feralpisalò è giovane, quella del movimento calcistico che ha portato nel 2009 alla sua nascita è più complessa. Una storia che viene da lontano, dalla ricerca di un'identità sportiva comune per il Garda e dal legame tra lo sport locale e le eccellenze del territorio. Salò è la città dove ha sede la squadra e che richiama all'eredità dell'Associazione Calcio Salò attiva dal 1985 al 2009. Feralpi al deus ex machina dell'impresa dei verde-azzurri del Garda, l'impresa siderurgica di proprietà di Giuseppe Pasini, già presidente di Confindustria Lombardia.

Il gruppo Feralpi nasce nel 1968 per intuizione di Carlo Pasini e dal 1983 è guidato dall'attuale presidente della squadra salotina. Ha rappresentato un polo importante di una nobile tradizione di siderurgia in terra bresciana. Consolidatasi su una catena del valore complessa, passante per la produzione di laminati e acciai speciali lavorati a freddo, internazionalizzatasi dalla Germania orientale all'Ungheria, oggi il fatturato della Feralpi si avvicina ai 2 miliardi di euro. "Tra i momenti di svolta della sua attività imprenditoriale da segnalare nel 1992 il salvataggio in Sassonia di una acciaieria, la Elbe Stahlwerke, che, dopo la caduta del Muro e la ricomposizione delle due Germanie, era destinata alla chiusura", ha ricordato il Corriere della Sera. "Sul rilancio dello stabilimento è stato prodotto un docufilm ora su Primevideo. Oggi il sito produce un milione di tonnellate di acciaio l’anno con 800 dipendenti. Flessibilità italiana e rigore teutonico".

Il Sassuolo del Garda

In tutto questo la società di Pasini ha tenuto sul Garda il cuore e la mente. E da proprietario della Feralpi Lonato, squadra bresciana del Garda attiva dal 1963, nel 2009 Pasini plasmò la "fusione a caldo" tra quest'ultima e il Salò appena promosso in Serie C2.

Un'intuizione che quattordici anni dopo si è dimostrata pagante. Pasini ha sempre resistito a ogni pressione per lasciare la sua "madrepatria" calcistica e acquistare il Brescia, spesso trovatosi in acque agitate negli ultimi anni, consolidando una storia di proprietà territoriale che richiama alla mente una storia analoga, quella del Sassuolo del Gruppo Mapei e di Giorgio Squinzi.

Perché? Per il fatto che la squadra ha gradualmente fatto innamorare del calcio un territorio che non era abituato a palcoscenici importanti. E che al contempo ha conosciuto il ritorno per il territorio in termini di visibilità, conoscenza e proiezione economica legato alla presenza di una compagine attiva a livelli notevoli nello sport. E che ha visto la Feralpisalò diventare una protagonista del territorio e un'eccellenza autoctona capace di far conoscere l'area del Garda oltre i paesaggi montani, le vigne e le spiagge. Il dualismo tra squadra calcistica proiettata a livelli notevoli per una cittadina di provincia tanto piccola e impresa dal fatturato quasi miliardario ha creato una sinergia territoriale che ricorda quello costruitosi grazie alle mosse di Squinzi nella Bassa Modenese.

Feralpisalò, identità e pragmatismo

La parola d'ordine è sempre stata una: pragmatismo. Un pragmatismo misto a gradualità negli investimenti e nella popolarizzazione del club. Partendo dai simboli. Il verde-azzurro che era parso un compromesso tra i colori delle due squadre, l'azzurro salotino e il verde Feralpi in cui giocava il Lonato, è passato a rappresentare la metafora del Garda stesso. Azzurre le acque, verdi le vigne e le colline che le circondano. Simbolo del paese che scopriva il calcio a livelli sempre più alti è diventato il piccolo tempio del calcio locale. Una pieve di campagna in mezzo a tante cattedrali del pallone, lo stadio Lino Turina porta nel nome il ricordo di un infermiere salodiano che si dedicò in modo particolare alla promozione del calcio nel proprio luogo di nascita. Ampliato gradualmente da 1.500 a oltre 2.300 posti, si è conquistato grazie alle modifiche delle regole l'abilitazione a stadio per la terza categoria nazionale quando nel 2012-2013 la Feralpisalò ha conquistato il passaggio dalla Seconda alla Prima Divisione e ha iniziato una corsa di dodici stagioni consecutive nella terza categoria nazionale.

Tre campionati di Prima Divisione, tre di Lega Pro, sei di Serie C hanno preparato il salto concretizzatosi a inizio aprile, con la vittoria per 1-0 contro la blasonata Triestina, tra le favorite del campionato, che ha permesso alla Feralpisalò di battere le sorprese Pro Sesto e Lecco, rivali dirette per la promozione, che dovranno accontentarsi dei play-off. Un risultato storico che però non sorprende fino in fondo. Quinta nel Girone B della Serie C nel 2020-2021, terza dietro la corazzata Sudtirol e il Padova nel Girone A del 2021-2022, la squadra guidata da Stefano Vecchi partiva tra le favorite per la promozione nella stagione in corso.

I protagonisti dell'ascesa

La squadra non ha mancato di continuare la sua tradizione che la vedeva affiancare nella rosa giocatori di fama e esperienza con una serie di giovani e figli del proprio vivaio o delle serie minori di livello sempre crescente. Dopo aver schierato un veterano del calcio bresciano come Andrea Caracciolo, miglior marcatore della storia del Brescia tra A e B, e un enfant du pays della Leonessa come il fantasista Alex Pinardi nelle passate stagioni, oggi i salodini hanno in campo ex frequentatori dei campi della Serie A. Il trequartista e seconda punta Luca Siligardi, autore di sette reti, è stato tra i protagonisti. Assieme a lui l'attaccante Simone Guerra, a lungo bomber girovago per l'Italia, e il capitano Elia Legati, difensore scuola Milan. Ma è interessante anche la storia di Davide Balestrero, padrone del centrocampo verdeazzurro dopo anni giocati in Liguria tra Albissola e Savona. Così come quella del portiere friulano Semuel Pizzignacco, classe 2001, soli 19 gol subiti in 36 partite. Per lui un salto da protagonista in B dopo giri tra Legnago, Vicenza e Renate. E la squadra di Pasini, per il futuro, non vuole porsi limiti.

L'obiettivo sarà testarsi con la Serie B e stabilizzarsi negli anni a venire. Tanti esempi virtuosi, oltre al Sassuolo, insegnano: la provincia può far nascere storie di bel calcio. Si pensi, in Serie B, al Cittadella o a casi come la Virtus Entella guidata da un altro big dell'acciaio, Antonio Gozi. Al limitare tra il verde delle vigne e l'azzurro del lago la favola Feralpisalò ha preso forma. E se le regole e i tempi dei lavori consentiranno di portare la Serie B al Lino Turrina, potrà ancora fisicamente continuare a consolidarsi nel suo territorio di riferimento.

Senza chiedere ospitalità alla nobile decaduta della provincia, il Brescia, per testarsi tra i cadetti.

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