I conti in tasca: Premier imbattibile, ma com'è messa la Serie A rispetto all'Europa?

Il rapporto pubblicato dalla Fifa mostra una Serie A capace, nonostante tutto, di attrarre giocatori e investimenti

I conti in tasca: Premier imbattibile, ma com'è messa la Serie A rispetto all'Europa?

Ora che la finestra del calciomercato estivo si è finalmente chiusa, tempo per gli inevitabili bilanci. Oltre alle disamine su quale delle squadre della Serie A si sia rinforzata di più, il calcio continua ad essere un’industria in continua espansione. Il rapporto recentemente pubblicato dalla Fifa mostra come questa sessione di mercato sia stata la più ricca di sempre, con la bellezza di 8,3 miliardi di euro che sono passati di mano da un club all’altro in tutto il pianeta. In questi tre mesi si sono viste spese pazze, colpi da record ma anche mosse più oculate che hanno arricchito qualche campionato ed impoverito altri. Vediamo quindi le curiosità ma anche i trend generali che stanno ridefinendo la mappa mondiale del pallone e come la Serie A non sia messa così male come molti temevano.

Italia dietro solo all'Inghilterra

Se le prime pagine dei giornali sono occupate dai colpi miliardari, il fatto che un paese minuscolo come il Lussemburgo abbia speso di più nel calciomercato dell’India fa sorridere, più per lo stato comatoso del movimento calcistico nel subcontinente che per altro. In questa sessione che ha battuto tutti i record in quanto a somme mobilitate, il report della Fifa ha preso in esame ognuno degli oltre 12mila trasferimenti totali, 10% in più rispetto all’anno scorso. Curioso come in Italia siano state più le vendite che gli acquisti (394 contro 307) e come il bilancio dei movimenti sia in rosso per i club italiani. La Serie A è seconda solo alla Premier League nella classifica degli investimenti ma la distanza è abissale: se il ricchissimo campionato inglese ha visto un passivo tra uscite ed entrate di 1,45 miliardi di euro, il campionato italiano ha chiuso con un -53 milioni.

Isak Newcastle

Se le squadre di Premier League hanno investito negli acquisti la cifra spaventosa di 2,73 miliardi, l’Italia è terza dopo la Bundesliga per acquisti con 814 milioni ma ha incassato molto meno rispetto al massimo campionato tedesco dai giocatori venduti, solo 761 milioni. A confermare la bontà della scuola calcistica e l’oculatezza di molti club, la Ligue 1 ha dominato in quanto ad incassi, oltre un miliardo di euro. La differenza tra entrate e uscite in Francia è di +445 milioni, un’iniezione di capitali fondamentale per un movimento calcistico scosso dalla crisi dei diritti televisivi. Meno bene ma sempre in attivo hanno chiuso sia la Germania, con un rassicurante +230 milioni, che la stessa Spagna, che ha incassato 81 milioni in più a quanto speso per acquistare nuovi talenti. Nonostante le profezie di sventura degli anni passati, il campionato italiano continua a rivelarsi in grado di muoversi bene, attirando giocatori di buon livello e, grazie agli investimenti delle nuove proprietà, farlo senza dover vendere i gioielli di famiglia. Un segnale sicuramente positivo per un movimento che era sembrato in grande affanno fino a non molti anni fa.

Compriamo in Francia, vendiamo in Spagna

Considerato come diverse grandi dovessero intervenire pesantemente sulle rispettive rose, il fatto che la Serie A sia terza nella classifica dei trasferimenti in entrata non è affatto una sorpresa. Ancora una volta è mancato il colpo ad effetto, confermando come quando si tratti di talenti assoluti, le grandi italiane non siano in grado di reggere la concorrenza dei top club. Milan e Juventus sono in testa alla classifica dei colpi più cari: i rossoneri hanno speso 37 e 34 milioni di euro per convincere Nkunku e Jashari a trasferirsi a Milanello mentre i bianconeri sono stati costretti a sborsare 32 milioni per riscattare Conceiçao dal Porto. Il Napoli campione d’Italia non ha risparmiato, reinvestendo quanto incassato dalla cessione di Osimhen per acquisire Beukema e Lang per un totale di 56 milioni.

CWC Chelsea Benfica Nkunku

Notevole come il primo acquisto di un calciatore italiano in Serie A sia solo al quinto posto in classifica, i 25 milioni spesi dalla Fiorentina per assicurarsi Roberto Piccoli. Molto meglio è andata quando i talenti azzurri sono andati all’estero: oltre ai 68,5 milioni di euro incassati dall’Atalanta per Mateo Retegui, azzurro più pagato di sempre, il Parma ha incassato 35 milioni dal Liverpool per il passaggio del giovane Giovanni Leoni. Interessante, poi, notare come le italiane peschino sempre di più in Ligue 1, ben 44 calciatori per un totale di 162 milioni: il campionato francese ha battuto nettamente sia la Liga che la Premier League e la Bundesliga anche se, in media, gli acquisti dall’Inghilterra sono costati molto di più, 24 calciatori per un totale di 150 milioni. Chi lascia la Serie A va, invece, in Spagna, Francia e Germania ma anche in Turchia e in Romania: ancora una volta, però, chi riesce a vendere in Inghilterra incassa molto di più, la bellezza di 340 milioni di euro.

Premier strapotente, il mondo insegue

Il record della squadra più spendacciona al mondo va, incredibilmente, al Liverpool campione d’Inghilterra: i Reds di Arne Slot hanno risposto ai colpi delle rivali investendo qualcosa come 511 milioni di euro, 280 dei quali sono stati impiegati per acquistare due giocatori, gli attaccanti Isak e Wirtz. La favoleggiata Pro League araba, complessivamente, ha speso meno della squadra del Merseyside, “solo” 473 milioni: se il colpo ad effetto è stato il passaggio di Retegui, sono arrivati altri talenti un po’ in ombra, da Nuñez agli ex milanisti Theo Hernandez e Joao Felix fino all’ex bianconero Coman.

Retegui Arabia

Le distanze tra l’Europa ed il resto del mondo continuano ad essere impressionanti: il campionato africano che ha speso di più è stato quello egiziano con 13 milioni investiti mentre, in Asia, Qatar ed Emirati Arabi hanno investito meno di un quinto dei sauditi con 80 e 76 milioni rispettivamente. In Sudamerica, invece, continua a dominare il Brasile, molto avanti al calcio argentino, un po’ in crisi: 200 milioni di acquisti e circa 395 in cessioni. Curioso il fatto che nell’intero campionato maltese si siano spesi solo cinquemila euro per acquisire nuovi giocatori.

In crescita, poi, l’universo del calcio femminile: la cifra record di 10,5 milioni per acquistare nuove calciatrici è stata dominata dal campionato statunitense, che ha investito 3,5 milioni. La domanda delle mille pistole, però, è un’altra: riuscirà il sistema calcio a reggere livelli di spesa del genere senza accumulare debiti insostenibili. Ai posteri l’ardua sentenza.

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