Belli i sorteggi dei prossimi Mondiali di calcio. Interessanti i gironi, con i possibili intrecci tra le superpotenze del pallone e gli scongiuri del caso. Ora, però, concentriamoci tutti su un punto: l’Italia deve vincere i playoff e qualificarsi. Testa all’Irlanda del Nord il 26 marzo (si giocherà in quel di Bergamo) e, subito dopo, alla finale che giocheremo (si spera) con la vincente tra Galles e Bosnia (in campo il 31 marzo). La nostra testa deve essere concentrata solo su queste due date.
Non partecipare ai Mondiali per la terza volta consecutiva è un’ipotesi che non deve neanche sfiorarci per l’anticamera del cervello. Sarebbe una tragedia sportiva, ma non solo. Getterebbe nello sconforto tantissimi ragazzini e bambini, che per ragioni anagrafiche mai hanno vissuto l’emozione di tifare per la maglia azzurra.
Quali ricadute avrebbe la mancata qualificazione al torneo che si svolgerà in Canada, Messico e Stati Uniti d'America?
Prima di tutto il danno di immagine enorme, appannando (per usare un eufemismo) il prestigio del nostro movimento calcistico, con evidenti riflessi negativi anche sull’appeal della Serie A, in termini di attratività dei migliori calciatori stranieri, degli sponsor e dei diritti tv. I club subirebbero un danno immediatamente quantificabile in termini economici, con conseguenze negative anche per tutto il Paese per l’indotto legato al pallone. Pure la Federazione italiana gioco calcio avrebbe minori sponsorizzazioni e perderebbe cifre significative su diritti tv e merchandising.
Un crollo del prestigio del nostro calcio ritarderebbe anche il necessario rinnovamento degli stadi, seminando un clima di progressiva sfiducia difficile da arginare.
L’unico effetto positivo in caso di debacle del calcio azzurro probabilmente, sarebbero le dimissioni dei massimi dirigenti nazionali, con la possibilità/necessità di dover ripartire da zero, o meglio, dalle macerie.
I giovani calciatori ne sarebbero danneggiati? Non è facile prevederlo. In un calcio generalmente più povero - e con meno stranieri - forse i giovani finalmente avrebbero più spazio. Ma il livellamento in basso dei club spingerebbe molte giovani promesse a tentare fortuna all'estero.
L’unica
certezza che abbiamo è questa: l’assenza dai Mondiali per 16 anni di fila sarebbe triste, molto triste. Un vero e proprio lutto nazionale, visto quello che il calcio rappresenta per noi italiani. Meglio non pensarci.