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Le quattro ragioni che hanno fatto uscire l'Inter dalla Champions League

Dall'attacco alla difesa, dalla scarsa precisione dal dischetto a una gara "non da Inter": ecco le ragioni che hanno portato all'eliminazione dei nerazzurri

Le quattro ragioni che hanno fatto uscire l'Inter dalla Champions League

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Il seppur esiguo vantaggio conquistato a San Siro sembrava potesse bastare all'Inter formato europeo per passare il turno contro l'Atletico Madrid di Simeone, a maggior ragione dopo il gol segnato da Dimarco al minuto 33 del primo tempo. Purtroppo, però, la formazione allenata da Simone Inzaghi non ha saputo sfruttare quel fondamentale doppio vantaggio facendosi rimontare 120 secondi dopo da Griezmann e non riuscendo a capitalizzare le occasioni (soprattutto con Thuram) nel corso della gara con l'epilogo che tutti ormai conosciamo (rete di Depay all'87' ed eliminazione ai calci di rigore). Ma cos'è che non ha funzionato nella serataccia al "Civitas Metropolitano"?

Il flop dell'attacco

In campionato splendidi splendenti ma ieri sera nessuna traccia: Lautaro Martinez e Marcus Thuram non hanno inciso nell'attacco nerazzurro che tanto avrebbe avuto bisogno del loro apporto. Se l'argentino è stato in ombra per gran parte del match non riuscendo a sfruttare una ghiotta palla gol arrivata da calcio d'angolo nei tempi supplementari, ancor più clamorosi gli errori del francese che al 75', dopo un gran contropiede, non è riuscito a sfruttare l'occasione più nitida della partita che avrebbe chiuso ogni discorso qualificazione. Male, malissimo, anche all'inizio del primo tempo supplementare con un colpo di testa eseguito in malo modo. Nella nottata più importante, la Thu-La non è stata all'altezza della situazione come ci si aspettava.

Difesa in difficoltà

Il miglior attacco è la difesa ripetono molto spesso gli allenatori: ebbene, la migliore difesa della Serie A con soli 13 reti subite in 28 partite non è stata all'altezza della situazione contro la squadra di Simeone sin dal primo tempo con l'errore di Pavard che ha dato il via al pareggio atletista. Alcune colpe le ha anche Inzaghi quando ha tolto "gambe" sostituendo Dumfries, Bastoni e Dimarco non riuscendo a salvare il risultato di parità ma subendo il 2-1 ultimati questi cambi.

Gli errori dal dischetto

Anche in questo caso, un ritornello (verissimo) che si sente ripetere spesso e volentieri riguarda il momento in cui si arriva ai calci di rigore da sempre considerati una "lotteria". A sbagliarli, sponda Inter, sono stati il centrocampista Davy Klaassen ma soprattutto due attaccanti, Alexis Sanchez e Lautaro Martinez. Quest'ultimo ha tirato il rigore decisivo sparandolo alto sulle tribune. Lo stesso Inzaghi, al termine della gara, fa mea culpa: "Li avevamo tirati alla vigilia tirandoli meglio di così...".

Una gara non da Inter

L'insieme degli eventi negativi per la società di Appiano Gentile si può ridurre in un concetto semplice: la mancata gestione della gara, un'unicum per l'Inter di quest'anno che oltre a mostrare di essere nettamente la più forte di tutte in Italia, aveva dimostrato solidità anche in Champions League e, ricordiamoci, era la squadra vice-campione d'Europa. Ieri sera, però, tutto questo non si è visto.

In studio a commentare il post partita c'era anche Fabio Capello che è stato sorpreso dall'atteggiamento negativo dei nerazzurri. "Ha giocato sotto ritmo, non da Inter, è mancato proprio lo spirito che abbiamo visto finora. L’Inter nelle partite di Champions non è stata così forte e dirompente come in campionato dove fa sempre quattro gol. In Champions ha vinto ma ha segnato poco. Il campionato italiano è più facile.

Una squadra come l’Inter deve puntare a tutti gli obiettivi, con la rosa che si ritrova", ha sottolineato a SkySport.

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