Roma - Governo battuto per un solo voto nell’Aula della Camera su un emendamento del Pd al ddl lavoro su cui era stato
espresso parere contrario dall’Esecutivo. Il relatore Giuliano Cazzola ha chiesto una sospensione dei lavori e la
riunione del comitato dei nove.
L’emendamento del Pd ha avuto 225 sì e 224 no.
Sfiorata la rissa con i finiani Momenti di tensione alla Camera dopo che il governo è stato battuto in Aula su un emendamento del Pd al
collegato lavoro relativo all’arbitrato. Il deputato del Pdl, Giancarlo Lehner ha accusato il finiano Antonino Lo Presti
di aver organizzato una trappola sul voto. "Ma quale imboscata dei finiani! Ti devi vergognare a dire queste
cose!", è stata la risposta del deputato vicino a Gianfranco Fini. Qualche spintone e qualche parola di troppo e per
poco i due non sono venuti alle mani proprio in Transatlantico. A dividerli è stato il deputato del Pdl, Simone
Baldelli. Ad arrabbiarsi anche Fabio Granata che è andato da Baldelli per far presente l’assurdità dell’accusa. "Dite a Berlusconi che se manda avanti questi personaggi finisce male...", è stato lo sfogo di Lo Presti.
95 assenti nella maggioranza Sono 95 su 269 i deputati del Pdl non presenti in aula nel momento in cui il governo è stato battuto per un voto su un emendamento del Pd sul ddl lavoro: tra essi 45 erano in missione, e quindi erano giustificati, compreso il capogruppo Fabrizio Cicchitto, mentre altri 50 sono assenti ingiustificati, tra cui il vice-capogruppo Italo Bocchino. Per la Lega mancavano 11 parlamentari, 8 dei quali erano in missione e 3 erano assenti.
Bersani appoggia Fini "Forse si sono estesi i
finiani...".
Scherza il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, commentando la sconfitta del governo e poi sottolinea come il presidente della Camera abbia posto "problemi reali, da quelli economici e sociali
a quelli della giustizia, a quelli dell’unità nazionale. Sono questioni vere, non sono risolvibili nel quadro politico della
maggioranza di centrodestra".
Il testo dell'emendamento L’emendamento era stato presentato dall’ex ministro del lavoro, il deputato del Partito democratico Cesare
Damiano, e su di esso il governo aveva espresso parere contrario.
Il testo modifica l’articolo 31 del ddl, che regola il ricorso all’arbitrato nei casi di controversie sul lavoro.
L’emendamento cambia solo una parola e, laddove si parlava di "controversie che dovessero insorgere", ora
viene mutato in "controversie insorte".
Dopo il voto la seduta è stata sospesa e si è riunito il comitato dei nove per vedere come procedere nei lavori.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva respinto la legge, già approvata dal Parlamento,
rigettando in particolare proprio le norme che prevedevano il ricorso all’arbitrato, piuttosto che al giudice, nei
casi di controversie sorte a seguito di licenziamento.
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