Fair play please, nelle strade, nei centri commerciali, negli oratori, nelle scuole, nelle case, nei rapporti. Il nostro ct ha pensato addirittura di cambiare la mentalità dei tifosi: «Prendete esempio dagli scozzesi, festeggiavano anche dopo leliminazione, magari erano ubriachi - ha convenuto -, ma non sfasciavano le vetrine e non incendiavano le automobili». Fair play intorno allo stadio, dentro lo stadio, sulle gradinate e in campo, si parla di cambiamento culturale e non è solo il ct a farlo. Siamo al troppo pieno, Daspo, stadi chiusi, partite rinviate, trasferte vietate, curve deserte, non cè rimasto più niente da interdire, si può sensibilizzare ed educare.
Al vivere civile si può arrivare da varie strade, la Star Management, società che gestisce i diritti di immagine nel mondo del calcio, ci sta provando con uniniziativa che investe principalmente le scuole e mette i bambini al centro del progetto. I buoni propositi e le dieci regole sul rispetto non mancano, il resto merita attenzione. Ci sono 19 professionisti di serie A più un allenatore che si sono già impegnati a farle rispettare, coinvolti i club di serie A, oltre a tre stranieri per la presenza di Zambrotta del Barcellona, Grosso del Lione e Ronaldo Bianchi del Manchester City. Dieci regole, lundicesima per completare la squadra del rispetto la scriveranno i tifosi e i quasi 50.000 scolari: «La possibilità di realizzare un cambiamento parte dai bambini - ha spiegato il presidente di Star Management, Paolo Ligresti - non uneducazione dottrinale, ma un contesto con codici propri dei ragazzi e del loro mondo.
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