Canciani, il pm antidivo che sa far valere la legge

Canciani, il pm antidivo che sa far valere la legge

(...) dalle bombe ai commissariati al tritolo nello zainetto in stazione a Principe, fino alle buche killer dell’asfalto, ha sempre operato in modo serio e responsabile. E poi anche perchè non ha mai avuto paura della legge uguale per tutti: con Anna Canepa, ad esempio, ha firmato la requisitoria contro i black bloc colpevoli di «devastazione e saccheggio», mentre fuori da Palazzo di Giustia - a tratti addirittura a livello istituzionale - si giocava a minimizzare e a dire che gli unici veri processi del dopo G8 erano quelli che riguardavano le violenze delle forze dell’ordine (ugualmente censurabili quando ci sono state, ci mancherebbe altro).
Però Canciani e la Canepa hanno avuto la capacità (e, perchè no?, il coraggio) di sfidare le proteste, le manifestazioni, gli insulti, le minacce e la devastazione e il saccheggio del diritto.
Così, allo stesso modo, Canciani ha aperto inchieste su insulti alla polizia, su blocchi stradali o su scritte sui muri. Tutta roba che, spesso e volentieri, gode di impunità. Non perchè Canciani avesse chissà quali istinti repressivi. Semplicemente, molto semplicemente, perchè la legge non prevede che si possa scrivere sui muri, bloccare le strade e insultare poliziotti e soldati.
Ultima riflessione. Interpellato da Francesca Forleo del Secolo, un mastino della notizia, per commentare il suo nuovo ruolo, Canciani ha risposto: «Ora non posso, sto interrogando». Francesca, che è brava e non molla l’osso, gli ha ovviamente detto: «La richiamo dopo».

E lui: «No, nemmeno più tardi».
Insomma, Canciani è un pm che ama più fare il pm che andare sui giornali. E questo è l’ennesimo suo grandissimo merito. Spero che non mi mandi un avviso di garanzia per questo articolo.

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