Il cane «Boh» adotta un piccolo di capriolo

La San Bernardo di «Striscia» ha svezzato il cucciolo in una fattoria di pet-therapy: grazie al suo affetto ora beve il latte e gioca

da Genova

«Boh», il cane ex mascotte di Striscia la notizia si è trasformato in «mamma» per un piccolo capriolo. La femmina di cane di razza San Bernardo, diventata famosa per la sua partecipazione al programma con Ezio Greggio e Michelle Hunziker, ha infatti «adottato» un cucciolo di capriolo nella fattoria nell’entroterra genovese specializzata in pet-therapy della quale è ospite dallo scorso inverno. Grazie all’affetto di «Boh», il piccolo capriolo abbandonato ha ripreso a mangiare dal biberon ed è scampato alla morte.
La storia, anticipata l’altro giorno dal Tg5, inizia una settimana fa quando il capriolo viene trovato sfinito e tremante in mezzo alla strada dal genovese Maurizio Pagliarini, grande appassionato di animali: l’uomo, 46 anni, abita infatti sulle alture di Masone (Genova) in una fattoria dove ospita quattordici cani, di cui quattro Labrador addestrati alla pet-therapy, tre cavalli e settanta pecore. E, ora, anche il cucciolo di capriolo.
«Mio marito ha atteso a lungo che tornasse la madre a riprendersi il cucciolo - ha raccontato la moglie Spartia Piccinno, 32enne psicomotricista milanese - poi, alla fine, lo ha portato a casa. Io ho chiamato una biologa che si occupa anche di animali selvatici che mi ha consigliato di nutrirlo con latte di capra, ma il capriolo non ne voleva sapere». Il cucciolo rifiutava il cibo e la situazione sembrava davvero disperata, fino a che non è arrivata la femmina di San Bernardo «Boh»: «Lo ha leccato - ha spiegato ancora Spartia - e il capriolo, rassicurato, si è avvicinato per prendere il latte da lei. Io prontamente gli ho messo in bocca il biberon e da allora ciuccia avidamente almeno quattro volte al giorno».
Il piccolo capriolo non ha ancora un nome («Non ho voluto “battezzarlo” perché presto lo dovrò mandare in un centro di recupero di animali selvatici e so che lo perderò», ha spiegato Piccinno), ma la fattoria «I piani» è ormai diventata la sua casa.
Spartia Piccinno, presidente dell’Associazione nazionale pet-therapy nata nel 2003, sta educando «Boh» ad accudire in futuro anche i bambini: «Quando è arrivata aveva tre mesi (ora ne ha sei), mangiava gelati in quantità e non era abituata alla ciotola. Poco alla volta si sta rivelando un cane molto sensibile e questo incontro con il capriolo lo dimostra, penso che in futuro possa essere addestrata per la pet-therapy».
Piccinno fa parte anche di un’équipe per lo studio della terapia con i cani applicata a bambini autistici, condotto insieme all’Istituto Gaslini, il Chiossone, la Asl3 e la facoltà di veterinaria dell’Università di Pisa.


La donna si occupa di terapia con gli animali da nove anni, dopo aver ottenuto anche una specializzazione in Svizzera: «In Italia non ci sono scuole serie - sostiene - perciò mi sto facendo promotrice di una legge che istituisca studi specifici per questa disciplina».

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