Capisco i "centrini": stanno bene a tavola

Alla fine dovranno imporre la Ztl anche per entrare nel centro poli­tico: vi aspirano in troppi. Sciami di centristi veri e posticci ronzano oggi su De Gasperi

Alcide De Gasperi
Alcide De Gasperi

Alla fine dovranno imporre la Ztl anche per entrare nel centro poli­tico: vi aspirano in troppi. Sciami di centristi veri e posticci ronzano oggi su De Gasperi. Tra i nuovi centristi ci sono Italia futura e ora Fermare il declino , guidato da lodevoli personalità. La lo­ro parola d’ordine è «Rivoluzione libe­rale».

Lasciatemi dissentire da questo mot­to che ispira stima unanime. Primo, perché non mi piace la sua origine. La usava quel magnifico idealista di Piero Gobetti, ma per lui la rivoluzione sovie­tica era prototipo di rivoluzione libera­le. Ammazza che liberale... Poi, negli ul­timi decenni l’hanno vagheggiata in troppi: non solo Berlusconi ma anche Veltroni e perfino d’Alema, oltre che Scalfari e il Corriere . Le parole di unani­me consenso non mi piacciono perché vuol dire che nascondono significati di­versi e op­posti e non hanno alcun signi­ficato vero e preciso. Se vuol dire meno tasse e meno spesa pubblica è una pro­posta di buon senso, non c’entra la rivo­luzione liberale. Se invece vuol dire che il mercato dev’essere lasciatolibe­ro e lo Stato va castrato allora no, arriva troppo tardi. Aveva senso ai tempi di Reagan e della Thatcher, non ora che il problema è proprio lo strapotere del mercato e delle sue agenzie.

Oggi è più urgente rifondare la sovra­nità politica, popolare, nazionale, for­se monetaria e statuale.

È fondamenta­le riscoprire la tradizione ed è necessa­rio che alla crisi economica non si dia­no solo risposte economiche. Che c’en­tra la rivoluzione liberale? Capisco in­vece il ruolo dei centrini: stanno bene a tavola.

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