RomaChi non vorrebbe un quartierino di 131 metri quadri in via del Babuino, strada di antiquari e griffe tra piazza di Spagna e piazza del Popolo, a soli 1.787,03 euro al mese? E chi non amerebbe abitare in piazza Navona, per molti la piazza più bella del mondo, pagando solo 1.376,92 euro per una casa di 107,46 metri quadri? Ancora: un appartamento di 113,60 metri quadri al numero 15 di via dei Pastini, nei pressi del Pantheon affittato per 679,89 euro al mese; una casa di cento metri e spiccioli in via del Seminario 102, stessa zona centralissima, affittata a 567,42 euro. Via Novacella è un po meno charmant, collocata comè tra la Montagnola e Marconi, ma resta zona molto appetibile per i romani: e anche qui tre palazzi residenziali sono fitti di appartamenti di vario taglio (in genere sui 70 metri quadri) affittati a circa 550 euro al mese. Un sogno per la gran parte dei romani. Unaltra via interessante è via Vittorio Fiorini, nei pressi di via Latina: qui una comoda casetta di 76,3 metri quadri al numero 13 costa appena 543,93 euro al mese. E se uno è single e si accontenta di 57,04 metri quadri il canone può scendere a 278,09 euro: poco più di un posto auto in un garage. Sono le case che appartengono allIsma, gli Istituti di Santa Maria in Aquiro, istituzione pubblica di assistenza e beneficenza che ha lo scopo di assistere minori e anziani a Roma e nel Lazio e che affitta qualche centinaio di immobili tra uso abitativo e uso commerciale con prezzi molto inferiori a quelli di mercato. Gli affittuari? Persone che partecipano a una gara facendo unofferta in busta chiusa che però evidentemente non si rovinano. E in quelle case ci finisce di tutto: persone bisognose realmente di una casa ma anche professionisti, dirigenti e persone che potrebbero permettersi di pagare affitti a prezzi di mercato. Fortunati? Diciamo così.
Quattordici anni dopo la prima storica Affittopoli a Roma qualche privilegio nel mercato dei canoni di locazione sopravvive. Ma a fare scandalo - cè da dirlo - da qualche anno sono soprattutto le vendite. Anzi le svendite. E della storica inchiesta del Giornale resta ben poco: nel vero senso della parola. Perché gli enti pubblici hanno dismesso o si apprestano a farlo il proprio immenso patrimonio immobiliare capitolino: primo fra tutti il Campidoglio, che vanta in tutta la città circa 25mila appartamenti classificati Erp (Edilizia residenziale pubblica). Di questi circa il 30 per cento sarà presto alienato, per la maggior parte zone periferiche: Tiburtino, Villa Gordiani, Centocelle, Trullo ed Eur, alcune addirittura fuori del territorio del Comune. Ma anche in gioielli architettonici come il Villaggio Olimpico, con vista sul Parco della Musica disegnato da Renzo Piano. Lo stesso accade per il patrimonio dellAter, lazienda regionale erede del vecchio Istituto per le case popolari, del quale parliamo a parte.
Insomma, Affittopoli non abita più qui, ma Svendopoli regna sovrana, come dimostrò nellagosto 2007 uninchiesta dellEspresso. Il giornalista Marco Lillo svelò che molti potenti erano riusciti nel delitto perfetto, rendendo permanente il privilegio goduto da affittuari con lacquisto a prezzi di favore di appartamenti di enti pubblici. I nomi fatti allepoca dal settimanale erano grossi: Pierferdinando Casini, i cui familiari avevano acquistato una palazzina di 30 vani al quartiere Trieste per 1,8 milioni di euro; Flavia Veltroni, moglie di Walter, aveva invece acquistato una casa di via Velletri di 190 metri quadri, composta da ingresso, 5 camere e accessori e già assegnatale in affitto dalInpdai per 377mila euro nel 2005. E la prossima maxioperazione a far gola è la dismissione dei 17mila immobili dellEnasarco, fondazione che si occupa della previdenza degli agenti di commercio.
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