Il capostipite La pellicola del 1982 simbolo della prima generazione «informatica»

Il primo Tron, l’originale, uscì nel 1982 e col passare del tempo è diventato un film leggendario per la prima generazione che vide in diretta lo sviluppo esponenziale dell’informatica. Computer. Ma anche videogame. Jeff Bridges, nella pellicola, entrava (il suo corpo si tramutava in dati) nel megacervellone di una ditta, abbattendone le difese elettroniche. Per la prima volta si affrontavano concetti come la realtà virtuale. Alcuni, a esempio il cyberspazio, o l’hackeraggio, non avevano ancora un nome, almeno a livello popolare (diventeranno d’uso comune dopo il successo del romanzo Neuromante di William Gibson, che già da qualche anno usava «cyberspazio» per descrivere lo scambio di informazioni nelle reti informatiche, terreno di conquista per i pirati del web, gli «hacker»). Per la prima volta, Hollywood investì nella computer grafic e incontrò i videogiochi (con maggiore profitto di questi ultimi, come racconta in questa pagina il regista, oggi produttore, Steven Lisberger). Nel computer si nascondeva un intero universo, sconfinato. Tron lo mostrò.

Lisberger creò con vecchi trucchi un mondo digitale ancora oggi credibile. Ora le cose vanno al contrario: è il mondo digitale a ricreare quello reale. E per questo Tron Legacy difficilmente potrà stupire più del suo predecessore.

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