Caprarica fa l’esule di lusso in Italia e si piazza nel salotto del nemico Sky

RomaTra una passeggiata tra Piccadilly Circus e Trafalgar Square la vita londinese sembra meno noiosa, pioggia permettendo. Ma per l’ex direttore del Giornale Radio Rai, Antonio Caprarica, Roma resta sempre Roma.
In attesa di una collocazione fissa (con ritorno in Britannia) dall’estate scorsa, quando è stato sostituito da Antonio Preziosi, l’ex firma dell’Unità nonché inviato di guerra per Viale Mazzini in Afghanistan alla fine degli anni ’80, vive da nove mesi in una sorta di limbo. Dal quale riemerge periodicamente grazie agli schermi di Sky Tg24, il canale all news di Rupert Murdoch che lo interpella sulle grandi questioni di politica internazionale.
Il fatto agli occhi dei telespettatori attenti desta sorpresa. Com’è possibile che uno dei volti più noti della Rai, il giornalista che ha reinventato la swinging London oscurando la memoria del compianto Sandro Paternostro, possa apparire su una delle concorrenti più agguerrite della tv pubblica? La domanda se la sono posta anche a Viale Mazzini e si sono dati una risposta, come direbbe Gigi Marzullo. Facendo spallucce.
In realtà sin dallo scorso autunno a Caprarica era stato anticipato il ritorno alla sede londinese e il medesimo è tornato più volte dalle parti di Buckingham Palace. Il problema è che l’attuale corrispondente Giovanni Masotti non può lasciar libera la poltrona perché l’affiancamento a Corradino Mineo come direttore di Rainews24 viene di volta in volta rinviato.
Il concetto è molto semplice. Ogni decisione presa dall’attuale cda e proposta dal direttore generale Mauro Masi è accolta con cannonate ad alzo zero dall’opposizione di centrosinistra, molto affezionata alla conservazione del proprio potere sull’emittente di Stato. Ad esempio, ogni decisione del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è avversata dai pasdaran di redazione. La sospensione dei talk show di approfondimento imposta dalla commissione di Vigilanza è stata vissuta come un bavaglio da Santoro, Travaglio & C. L’avvicendamento di Paolo Ruffini con Antonio Di Bella a Raitre ha imposto la creazione di una struttura ad hoc per evitare che il sostituito intentasse causa per demansionamento.
Insomma, su ogni argomento i «sinistri» sono pronti a dar battaglia. Figurarsi cosa accadrebbe se ad Antonio Caprarica si facesse rilevare che il contratto prevede l’esclusiva e, soprattutto, cosa succederebbe se Corradino Mineo venisse collocato tra il personale «a disposizione»! Ecco perché si preferisce far buon viso a cattivo gioco.

Fin quando il puzzle non si comporrà adeguatamente le cose resteranno così e Caprarica avrà tempo a disposizione per dedicarsi alla scrittura dopo la trilogia «Dio ci salvi dagli inglesi... o no!?», «Com’è dolce Parigi...o no!?» e «Gli italiani la sanno lunga...o no!?» e l’ultima fatica «Il Granducato di $oldonia».

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