Spettabile Giornale,
sono una ragazza fiorentina di 23 anni. Certamente saprete di quell'idea del ministro Melandri di proibire per legge che sfilino modelle con Indice di Massa Corporea inferiore a 18, al fine di limitare il diffondersi dell'anoressia. Idea peraltro già venuta a Zapatero. La cosa mi punge sul vivo, poiché sono affetta da disturbi alimentari da anni (anoressia e bulimia, spesso insieme) e io vorrei tanto, ora, che qualcuno dicesse al ministro che una legge del genere non salverà una sola ragazza né dall'anoressia, né dalla bulimia né da nessun altro disturbo dell'alimentazione. L'anoressia è una malattia mentale, il Ministro dovrebbe estirpare il tarlo che sta nelle nostre teste: ipotesi ovviamente impraticabile, fantascientifica. Chi si ammala (ragazze, ma anche ragazzi) non lo fa perché ha deciso di voler essere uguale a Kate Moss che ammicca dalle pagine patinate. Si cade nei disturbi alimentari per tanti fattori concomitanti, ma tutti legati a noi stesse e alle nostre famiglie. A me è mancato amore dai genitori, e non perché sono orfana, ma perché non mi hanno fatto capire che mi volevano e che mi avrebbero voluto bene per il solo fatto di essere la loro figlia. Ho ricevuto da loro il messaggio che per farmi amare dovevo rispondere a certi canoni (estetici e non) e sono cresciuta temendo costantemente il giudizio di mia madre, e comunque pensando sempre di avere qualcosa di sbagliato, da correggere.
L'anoressica certamente sfoglia le riviste di moda e guarda con ammirazione le indossatrici, ma vi assicuro che quando digiuna o vomita l'ultima cosa a cui pensa sono proprio le sfilate. E poi permettetemi di osservare che la Melandri mica farà andare in passerella normali taglie 44 di 1 metro e 65, con le tette piene e il fianco mediterraneo. Neppure ci accorgeremo della differenza: si vedranno le solite gazzelle di 1.80 m che porteranno una 40 invece di una 38. Personalmente questo provvedimento mi sembra solo una trovata (scopiazzata, oltretutto) ad alto tasso di spettacolarità, e nient'altro. Il nostro Ministro, mi chiedo, ha pensato magari di farsi un'idea su cosa voglia dire vivere con un Disturbo del Comportamento Alimentare? Lo saprà, la Melandri, che le ragazze come me fanno una vita d'inferno in nome di un male che toglie tutto ma che resta l'unico punto fermo delle loro giornate? Un male che sta nella testa, in fondo in fondo alla testa, altro che modelli estetici fuorvianti. A un'anoressica, o a una bulimica, mancano tutti quelli che si chiamano piaceri della vita; le mancano, sì, ma non li vuole. Rifugge il cibo, i contatti, le relazioni di qualsiasi genere: affettive, sentimentali e di amicizia.
Qualche settimana fa ho fatto una figura di m... con un tizio che mi aveva detto che gli piacevo. Non mi aveva fatto niente, mai baciata, mai toccata, mai offesa in alcun modo. Ancora mi chiede scusa e non sa per che cosa. Ma io ho avuto paura, dico paura: non posso permettere a nessuno di interferire con la vita che faccio. E non dico di non desiderare un qualche contatto carnale o di non sentire delle pulsioni, ogni tanto. Mi sono dilungata, ma spero che abbiate capito. Perciò voi, voi quotidiano, voi riviste di moda, voi blog in rete, vedete se almeno voi riuscite a far arrivare questo concetto al Ministro. Diteglielo, se qualcuno di voi la incontrerà e la intervisterà.
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