Carceri, il provveditore Pagano lascia Milano: "Sono napoletano ma questa è la mia città"

Luigi Pagano, ormai ex provveditore alle carceri lombarde, ha salutato ieri gli esponenti delle forze dell’ordine e i magistrati alla presenza dell’assessore comunale Castellano, dopo la nomina a Roma a vice capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap)

Carceri, il provveditore Pagano lascia Milano: "Sono napoletano ma questa è la mia città"

Un punto di riferimento. Per vent’anni. Luigi Pagano, ormai ex provveditore alle carceri lombarde, ha salutato ieri gli esponenti delle forze dell’ordine e i magistrati alla presenza dell’assessore comunale Lucia Castellano, dopo la nomina a Roma a vice capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) dove affiancherà l’ex magistrato di sorveglianza Giovanni Tamburino.
«Lavorare a Milano è stato fantastico - ha detto Pagano -, la Milano dei sogni, la Milano da bere, ma anche la Milano cosmopolita e insieme provinciale. Io arrivavo da Napoli ed ero come Totò e Peppino». Visibilmente emozionato, Pagano ha affermato di non aspettarsi «così tanti amici» a salutarlo nell’anticamera del procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati. Dal presidente del tribunale Livia Pomodoro, al questore Alessandro Marangoni, dal capo della squadra mobile Alessandro Giuliano, al comandante del comando regionale della guardia di finanza Attilio Iodice, al capo della polizia locale Tullio Mastrangelo.
«Milano per me ha rappresentato anche questo, l’amicizia al di là del lavoro», ha proseguito Pagano, per poi aggiungere ridendo: «Se mi hanno chiamato a Roma sono problemi loro: grazie a tutti, porterò Milano nel cuore, perché nonostante il mio accento, sono napoletano, Milano è diventata la mia prima città».
A Milano dal 1989 prima come direttore di San Vittore, dal 2004 come provveditore, Pagano ha detto che «il carcere chiuso in se stesso genera criminalità». «Pagano ha compiuto nei diversi ruoli svolti un segno molto netto in quel difficilissimo compito di tenere insieme la tutela della sicurezza e l’attenzione alla prospettiva della rieducazione e del reinserimento nella società dei detenuti. Ci dispiace molto che lei lasci Milano. Buon lavoro», gli ha augurato Bruti Liberati. Mentre Pomodoro ha parlato della situazione «molto grave» delle carceri, dovuta «non solo al sovraffollamento, ma al fattoche tanti di quei progetti fatti in passato sono stati abbandonati. Qualcuno ha detto per mancanza di mezzi, ma io non lo credo, anche se non penso nemmeno sia stato fatto dolosamente.

È l’incapacità culturale di vedere il futuro del Paese anche attraverso situazioni più estreme come quelle del carcere».
Infine il presidente del tribunale di sorveglianza Pasquale Nobili De Santis ha così salutato Pagano: «Una scelta migliore non poteva essere fatta: l’accoppiata Tamburino-Pagano ci indica la strada».

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