Politica

È Cardi il manager che An vuole presidente Rai

Landolfi lo propone, si attende il sì dell’Unione. Il ministro frena sulla quotazione in Borsa: «Non subito». La sinistra: «Approccio giusto»

Fabrizio de Feo

da Roma

«Aspettiamo. Ho suggerito una soluzione a Siniscalco e a Berlusconi. Spero che ci lavorino». Il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, torna sul rebus della designazione per la presidenza della Rai. E fa capire che Alleanza Nazionale ha pronto un candidato da spendere al tavolo della trattativa. L’ex portavoce di An non rivela il nome del possibile numero uno di Viale Mazzini, l’uomo che il partito di via della Scrofa vorrebbe che il ministro Siniscalco sottoponesse al vaglio della Vigilanza Rai. Ma le indiscrezioni convergono decisamente su Enzo Cardi, ex presidente della Poste Italiane, recentemente sostituito nel suo incarico da Vittorio Mincato. Pare che il diretto interessato abbia già offerto la propria disponibilità all’incarico. Resta, però, da verificare tanto la disponibilità degli alleati di governo, quanto quella dell’opposizione.
La strada appare, dunque, ancora in salita. Così come anche il percorso che porta alla privatizzazione della Rai appare accidentato. «La quotazione in borsa della Rai deve essere la fase finale di un percorso che prevede passaggi intermedi» spiega Landolfi. «Quando si quota, si vende e si compra semplicemente. Io invece immagino un percorso che finisce con la quotazione in borsa, ma che si sostanzia di passaggi intermedi all’interno dei quali si può parlare di piano industriale, di rilancio del servizio pubblico e di come far crescere questa azienda». Secondo il ministro per la privatizzazione della Rai bisognerebbe seguire la stessa strada intrapresa da Enel per la vendita di Wind. «Enel ha fatto la trattativa con degli investitori - aggiunge - e ha detto: il management resta italiano? Sì. Si faranno gli investimenti in Italia? Sì. Ci sarà un piano industriale di rilancio? Sì. La procedura che piace a me e che propongo io serve anche a parlare di altre cose e a mettere al centro il rilancio del servizio pubblico. Anche perché quando si compra e si vende i soldi a chi vanno? In questo caso al Tesoro. Non serve. Devono ritornare all’azienda - conclude Landolfi - affinché sia in grado di affrontare e vincere la sfida dell’innovazione tecnologica».
La replica dell’opposizione alla «linea-Landolfi» sfiora i confini dell’entusiasmo. «Complimenti ministro! Mario Landolfi sta affrontando la delicatissima e controversa questione della privatizzazione della Rai con un approccio che mi sembra nuovo e responsabile» dice Carlo Rognoni, membro del Cda della Rai, già senatore diessino. «Mi sembra particolarmente significativo - continua Rognoni - l’impegno a trovare soluzioni che non siano limitate a un puro e semplice arricchimento del ministero del Tesoro bensì che si traducano in un investimento per vincere la sfida dell’innovazione tecnologica.

Mi auguro che il cda della Rai, dopo queste prese di posizione del ministro, apra una fase di riflessione e di approfondimento rispetto al processo di privatizzazione che va profondamente ripensato».

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