(...) Obbedire alla voce della Chiesa, non essere battitori liberi, non agire secondo le proprie idee. Concetti troppe volte calpestati da sacerdoti che predicano lodio verso gli altri, che augurano la morte peggiore al proprio nemico politico. Sacerdoti che ripetono insulti verso le gerarchie della Chiesa, disconoscendo la loro autorità se i loro interventi pubblici non piacciono perché magari riconoscono il buon operato di un governo.
Il cardinale ripete più volte quanto sia necessario osservare e diffondere lunico insegnamento evangelico. E quanto sia indispensabile rispettare la Chiesa che guida i pastori. «Noi agiamo non secondo noi ma secondo Lui, e Lui vive e opera nella Chiesa - insiste larcivescovo - L'obbedienza che la Chiesa domanda ad ogni sacerdote nel giorno della sacra Ordinazione non è anzitutto un bisogno di ordine organico, tanto meno di dominio, ma di fecondità apostolica». Fin dallinizio dellomelia, in una giornata tutta dedicata al clero, Bagnasco si rivolge ai «confratelli nel sacerdozio e nel diaconato» per ricordare come sia «bello riascoltare quanto il Concilio Vaticano II ha scritto al riguardo: il Vescovo deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo. Perciò tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della Diocesi che si svolge intorno al Vescovo».
Tutte le azioni di un prete devono insomma essere improntate al messaggio evangelico. Di fronte ad ogni situazione che la vita propone, non si può ricorrere ad idee personali. E anche per questo il cardinale Bagnasco conclude lomelia con quello che è forse il caso più delicato di queste settimane. Ma anche parlando dellesodo dalle coste africane, il presidente della Cei ha gelato alcuni don troppo antigovernativi. «I vescovi italiani hanno ripetutamente parlato in spirito di discernimento e di servizio affinché, nei diversi territori, si fermino le armi - premette larcivescovo - Davanti al dramma di tanti, riaffermiamo l'impegno della Chiesa a educare ad una cultura dell'accoglienza che sia sempre congiunta alla legalità e alla sicurezza, tenendo conto della oggettiva complessità della situazione.
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