La Carfagna: "Più risorse alle mamme che lavorano. Solo così faremo crescere il Pil"

Il ministro per le Pari opportunità annuncia una legge per conciliare occupazione femminile e famiglia. "Conto sull’aiuto dell’opposizione"

La Carfagna: "Più risorse alle mamme che lavorano. Solo così faremo crescere il Pil"

Roma - Ministro Carfagna, lei ha scelto jeans e scarpe da ginnastica ed è andata a visitare un campo nomadi. Inizia un nuovo corso?
«Ho fatto la scelta di andare sul campo ogni volta in cui mi trovo ad affrontare un problema».

Di lei si diceva nella scorsa legislatura che era una deputata «secchiona», sempre in aula a studiare.
«Credo che, quando si vuole conoscere per poi affrontare una situazione, valga la pena fare uno sforzo in più e andare sul campo e verificare con i propri occhi, ascoltare. L’ho fatto nel centro antiviolenza per le donne qui a Roma, negli ospedali pediatrici ai quali ho intenzione di offrire il contributo del ministero per la realizzazione di ludoteche. Credo sia giusto consentire ai bambini spazi dove possano staccare la spina con la sofferenza».

Con un governo che punta molto sulla sicurezza e sulle questioni economiche non c’è il rischio che i temi sociali passino in secondo piano?
«Ho portato già in Consiglio dei ministri tre progetti di legge, sul contrasto alla violenza alle donne, sull’introduzione del reato di stalking, le cosiddette “molestie insistenti”, e l’ultimo Consiglio dei ministri ha approvato il Garante per l’infanzia, una figura che mancava in Italia. Mi auguro che venga calendarizzato al più presto con il contributo anche dell’opposizione, a cui chiedo coerenza».

Per la sicurezza della donna sta pensando a qualcosa di specifico?
«Stiamo lavorando per spostare qui all’interno del ministero un nucleo di carabinieri incaricato di approfondire il fenomeno dello stalking e creare un contatto tra i comandi dell’Arma e le vittime».

Quanti saranno questi «carabinieri delle donne»?
«Otto-dieci carabinieri, anche donne naturalmente. E per l’autunno stiamo pensando ad altri provvedimenti per garantire più sicurezza alle donne, anche di notte».

Più taxi per le donne per esempio, sconti, linee preferenziali?
«Anche, sì, ci sto pensando. Io stessa penso alle situazioni in cui mi sono trovata in macchina da sola di sera per cercare nuove soluzioni».

Cosa ha visto oggi al campo nomadi di Tor de’ Cenci?
«Mi ha molto turbato. L’impulso che ho avuto è prendere quei bambini e portarli via di lì. Credo che in alcuni casi siano necessarie misure drastiche come la revoca della patria potestà per i genitori che usano i loro bambini per l’accattonaggio».

L’identificazione con ogni mezzo è davvero necessaria?
«Ritengo inaccettabile che delle persone vivano in condizioni come quelle che ho visto oggi. È forse comprensibile per i genitori, che hanno scelto di fare questa vita, ma i bambini sono vittime che non hanno possibilità di scelta. Penso che sia necessario garantire a questi bambini il diritto all’identità, all’istruzione e anche il diritto alla felicità, come in America. E mi auguro che da parte dei presidi ci sia un’assunzione di responsabilità per segnalare l’evasione dall’obbligo scolastico».

Lei ha parlato di tre disegni di legge presentati. E quello sulla prostituzione che fine ha fatto?
«Sarà portato a settembre in Consiglio dei ministri. È un tema che mi fa rabbrividire e mi mortifica come donna, e come rappresentante del governo mi impone di contrastarlo nel modo più deciso possibile».

Cosa prevederà esattamente?
«Che l’esercizio della prostituzione in strada diventi reato punibile attraverso sanzioni amministrative e penali anche nei confronti di chi si avvale della prostituzione in strada e nei luoghi aperti al pubblico. In più saranno previste misure di contrasto alla prostituzione minorile con il rimpatrio assistito che consentirà ai minori di essere riaccompagnati nella loro terra d’origine».

Case chiuse sì o no?
«Non spetta al mio ministero questa decisione. Da donna mi è però molto difficile pensare di regolarizzare la prostituzione all’interno di una casa chiusa».

Questi primi tre mesi da ministro sono stati più difficili del previsto?
«Le cose fatte sono state talmente tante e i ritmi talmente incessanti... La passione è stata tanta e crescente. È un’esperienza straordinaria che mi permette di conoscere da vicino realtà che insegnano moltissimo e ti fanno capire che i problemi sono tanti, non solo quelli più sentiti della sicurezza e dell’aumento del costo della vita».

Come si trova con i colleghi ministri?
«La squadra è molto affiatata, l’ho visto fin dal primo Consiglio dei ministri, vedo grande serenità. Quello che traspare in maniera evidente è la condivisione di obiettivi. Primo: restituire agli italiani la speranza in un futuro migliore».

Il ministro Sacconi e il sottosegretario Giovanardi, con i quali lavora su temi sociali e famiglia, le lasciano un po’ di spazio?
«Il rapporto è ottimo, con entrambi. Ho tanto da imparare da loro... Con Giovanardi stiamo preparando un “pacchetto conciliazione”».

Diventerà un disegno di legge?
«Sarà un pacchetto di iniziative per la conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro per le donne, per il quale utilizzerò una parte dei fondi a disposizione del ministero. Spesso una donna si trova a curare anziani che non sono autosufficienti e crescere bambini senza strutture adeguate, e quindi diventa difficile, un atto di eroismo, conciliare lavoro e famiglia. In Italia sono pochissime le strutture che permettono di ospitare disabili, anziani, bambini... Investire sugli asili, e in particolare sui nidi, per lo Stato è anche un investimento: studi recenti confermano che più lavoro femminile innalzerebbe il Prodotto interno lordo».

Trova collaborazione da

parte dell’opposizione?
«Mi auguro di trovare effettiva collaborazione in aula. Sono aperta ai contributi migliorativi dell’opposizione. Ma non accettiamo alcun tipo di ostruzionismo su temi così delicati».

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