Carla grazia i rivali del marito Il bebè dà tregua ai socialisti

Una facciata ipermoderna, tutta vetro e cemento. Macchie di un verde sinfonico, mica un verde qualsiasi, all’intorno. Camici bianchi impeccabili, sartoriali, che svolazzano all’ingresso dello sfavillante stabilimento, in questo ottobre parigino di commovente, ventosa bellezza. A destra e a sinistra, davanti e dietro, la calma e il lusso del Sedicesimo arrondissment. La Tour Eiffel poco lontana, al di là della Senna. È qui, davanti a questo «établissement moderne et sophistiqué qui rassemble le meilleur des pratiques médicales afin de vous offrir des soins de haute qualité...», per dirla col direttore della clinica de la Muette, al 46 di rue Nicolò, che i flic si sono dati da fare per tutto il giorno a spintonare, transennare, vietare, respingere automobili e curiosi in estatica attesa dell’evento. Un pettegolezzo fervoroso, incontenibile, che montava in voluttuoso crescendo tra signore bene a spasso col cagnolino, fantesche di ritorno dal mercato con gli asparagi fuori stagione, e fotografi e operatori in attesa della fumata bianca. «E lui, monsieur le président, si è visto?»
«Macché, è a Berlino, dalla Merkel, per la faccenda delle banche».
«Che banche?».
«Ma come: non sa? I salvataggi, la Grecia col culo per terra, la crisi delle banche...»
«Ah! E così la moglie partorisce e lui è all’estero!»
«Ma è il presidente. In un’ora, se gli fanno un fischio, arriva. Mica deve aspettare l’aereo di linea, no?»
Da quando si è sparsa la voce del parto imminente di madame Carlà, tre giorni fa, i flic hanno i nervi a fior di pelle. Da ieri pomeriggio, sotto i parabrezza delle auto parcheggiate nella rue Nicolò, è comparso un cruciale avviso della Gendarmeria: «Vietato parcheggiare dalle 9 di domenica. A partire da quel momento, il veicolo sarà rimosso». Così, «tra i francesi che s’incazzano e i giornali che svolazzano», per dire (con Paolo Conte) degli abitanti del quartiere indispettiti dai divieti di polizia e i media che hanno strombazzato senza misericordia l’atteso evento, se n’è andata la giornata.
Insomma: la stessa atmosfera sospesa, vagamente elettrica, di quando Carla Gilberta Bruni Tedeschi, la première dame di Francia che a dicembre compirà i suoi 44 anni, calò su Milano per una fenomenale comparsata da Fabio Fazio al «Che tempo che fa», cioè al tempo che faceva sul finire di gennaio di due anni fa. Fazio che a momenti se la faceva sotto per l’emozione di avere in studio, parole sue «la donna più bella del mondo». «Accoglienza! Vivacità! Divertimento!», intimò al gentile pubblico in sala. Un pomeriggio di suspence atroce, prima che Carla comparisse in scena a dire le cose deliziosamente banali che aveva da dire.
Esattamente la stessa atmosfera di ieri, davanti alla clinica de la Muette. Suspence ingigantita dal fatto che il bebè viaggiava su un binario celeste parallelo a quello delle primarie del Partito socialista.

E tutti, fino alla noia di una sera assai inoltrata, consumatasi senza nuove, a chiedersi: si conoscerà prima il nome del candidato che sfiderà Nicolas Sarkozy alle presidenziali, o la scena sarà tutta appannaggio del Delfino?

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