Il Carlo Felice lancia l'SOS: è la prima volta che un comunicato ufficiale del teatro dichiara lo stato di crisi.
Il Consiglio di Amministrazione ventila l'ipotesi di una rinuncia al proprio incarico, il che vuol dire, in parole povere, che qualcuno dovrà prendere il suo posto; in parole ancora più povere, si fa sempre più nitida l'ombra del Commissariamento, nonostante approvazione del bilancio e via libera alla prossima stagione.
D'altronde è recente l'ultima dichiarazione dei sindacati autonomi, che hanno minacciato lo sciopero per l'inizio della stagione sinfonica, continuando così l'estenuante e infinita lotta contro i vertici. Ma ora a casa rischia di non andarci soltanto Di Benedetto, ora il posto di lavoro è un'incognita per tutti i dipendenti, per chi sciopera e per i tanti che non l'hanno mai fatto. L'Ufficio Stampa del teatro fa sapere che tutto ciò non interromperà l'attività artistica, ma questo suona come una nota stonata, visto che se davvero il Commissario arriva, sarà lui e soltanto lui a decidere il futuro del nostro povero Carlo Felice, nel bene e nel male.
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