Una carriera da bamboccioni nella casa «Bad» and Breakfast

Al Franco Parenti esilarante commedia sulle generazioni

Antonio Bozzo

«Amo il teatro divertente, che però sappia interrogare la nostra coscienza. Esempio: possiamo dirci felici a discapito dell'infelicità altrui? I due trentenni protagonisti del mio lavoro, prodotto dal Parenti, suscitano questa domanda». Rosario Lisma, notissimo regista-autore-attore siciliano (di Mazara del Vallo, il regno dei gamberi rossi più buoni del Mediterraneo), parla di «Bad and Breakfast», dove la «a» al posto della «e» nella prima parola non è un refuso. «È con cattiveria e cinismo che Antonio e Gaia realizzano il sogno di mandare avanti un Bed & Breakfast nella casa lasciata libera, grazie a una zampata del destino, da due ingombranti vecchietti», dice Lisma. Ma andiamo con ordine. La storia è questa: Felice e Letizia, genitori di Antonio, restano uccisi dai terroristi durante una vacanza a Sharm El Sheick. I nomi lieti non li salvano da un rischio oggi purtroppo non così remoto. Sennonché, figlio e nuora, invece di piangere, se la ridono: la casa rimane a loro, bamboccioni laureati; finalmente potranno dar vita al sogno, diventare piccoli albergatori, senza neppure un pensiero verso quei due genitori morti in un attentato. «Il pubblico ride, perché lo spettacolo parte come una farsa - la visita del maresciallo ai ragazzi per annunciare il fattaccio - e prosegue con leggerezza comica. Ma dietro c'è una riflessione sul marcio che ognuno di noi ha dentro e che spesso governa le nostre azioni», commenta Lisma. «Ho letto alcuni filosofi, prima della regia e dell'interpretazione. Esempio, Michel Onfray, francese contemporaneo, che ha fatto dell'edonismo una provocatoria bandiera. E mi interessa anche scoprire quanto ci riconosciamo nella nostra parte nera, cattiva». Chi si aspetta di vedere un «Peperoni difficili» bis, però, sbaglia. «Questo lavoro ha toni noir e surreali diversi rispetto a quello spettacolo, che ebbe grande successo al Parenti. Spero però di ripeterlo, il successo.

Al Parenti, dove debuttiamo in prima nazionale, torneremo la prossima stagione, intorno a Capodanno: segno che nel nostro spettacolo anche la direzione del teatro, ovvero la Shammah, crede molto. Una grande soddisfazione: Milano è una repubblica indipendente, qui il teatro funziona bene, nel resto d'Italia, soprattutto al sud, le sale chiudono».

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