Rischio archiviazione per gli esposti che alcuni contribuenti romani hanno presentato alla Procura capitolina per avere ricevuto «cartelle pazze», ingiunzioni di pagamento effettuate dalla Gerit (concessionaria per la riscossione dei tributi romani) in seguito a multe non pagate.
Nei mesi scorsi, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani aprì un fascicolo dinchiesta in seguito alle segnalazioni ricevute, ipotizzando il reato di truffa. Ma dagli accertamenti, che sono stati affidati alla finanza, non sarebbero emersi comportamenti dolosi da parte della società che pretende il pagamento delle sanzioni elevate, maggiorate con avvisi di mora. Da ciò, la possibilità che i fascicoli dinchiesta possano finire in archivio. In realtà le «cartelle pazze» sarebbero state inviate per un «difetto di comunicazione» tra lufficio riscossore e le istituzioni. La vicenda avrebbe solo fatto emergere profili di carattere amministrativo e non penali.La conseguenza, tuttavia, è che i contribuenti, oltre a vedersi recapitare sanzioni non dovute, rischiano anche ingiunzioni di pagamento ed eventualmente il sequestro dei beni.
Il Codacons, però, già grida allo scandalo e invita i cittadini della capitale e non solo, a costituirsi parte civile contro le concessionarie per la riscossione dei tributi, e chiedere il risarcimento del danno morale e biologico. «I cittadini che si sono visti ingiustamente accusati - dichiara il presidente dellassociazione Carlo Rienzi - possono costituirsi parte civile e chiedere i danni. Il Codacons ha messo a loro disposizione una equipe di penalisti e gli utenti possono rivolgersi a noi contattando il numero 892.007».
Reazioni anche dalla politica capitolina. «Siamo stati buoni profeti - dichiara Roberto Rastelli, presidente della Commissione speciale controllo garanzia e trasparenza del Comune - quando abbiamo sostenuto che lorigine dellassurda vicenda è da rintracciarsi in una gestione superficiale dei ruoli esattoriali da parte del Campidoglio. Linchiesta penale aperta dalla Procura vaglierà infatti loperato di Gerit, Comune e Prefettura secondo le ipotesi di abuso di potere, falso e tentata estorsione».
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