Il cartello avvisa del divieto quando la multa è già fatta

La trappola scatta dietro l’angolo per gli ignari automobilisti e motociclisti genovesi. Basta girare a destra e alzare lo sguardo per accorgersi che è troppo tardi: fanno 78 euro più spese di notifica. Incassi assicurati per il Comune almeno da parte di chi vorrebbe recarsi col proprio mezzo in piazza Matteotti. Si percorre via Petrarca di lato alla sede della Regione e fiduciosi si svolta a destra in via Porta Soprana. Ma quando si gira l’angolo e ci si ritrova davanti, uno sopra l’altro, appesi allo stesso palo, la telecamera e il cerchio rosso di divieto, è oramai troppo tardi. Inutile inchiodare o scherzare. Il flash ha immortalato la targa, le immagini sono immagazzinate e l’iter burocratico partito. Si tratta solo di avere ancora un po’ di pazienza prima che la multa suona alla porta.
Una situazione denunciata dal comitato «Genova antica» di cui fanno parte la maggior parte dei commercianti della zona che non hanno paura di parlare di vero e proprio «inganno ai danni degli automobilisti». «Abbiamo più volte spiegato il problema al vicesindaco, Paolo Pissarello, e all’assessore alla mobilità, Simone Farello, spiegandogli che il cartello di divieto d’accesso andava messo anche prima di svoltare altrimenti i cittadini come fanno ad evitare la multa?», raccontano i negozianti con tante storie di loro clienti che inconsapevoli sono finiti nella rete del progetto Mercurio che ha acceso le telecamere lunedì.


In realtà, mostrano i membri del comitato, un piccolo cartello di avviso è stato messo all’inizio di via Petrarca, 200 metri prima della svolta, ma «è poco visibile, è poi perché metterlo tanto prima e non in prossimità della svolta?». È la domanda retorica dei negozianti. E anche qualche vigile, rigorosamente sotto la promessa dell’anonimato, concorda: «È una trappola».

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